Sostegno dei lavoratori dell'Università di Firenze alle richieste dell'occupazione studentesca. A esprimerlo un gruppo di oltre 280 lavoratrici e lavoratori dell'Ateneo fiorentino, che nei giorni scorsi ha scritto alla rettrice Alessandra Petrucci per manifestare la propria solidarietà agli studenti che stanno occupando le sedi universitarie per chiedere la revoca degli accordi con le università israeliane.
I firmatari, si spiega in una nota, condividono le loro richieste e la loro urgenza ed intendono affermare il valore di un dialogo e di un confronto che si sviluppino in un clima di apertura e di ascolto. La lettera sottolinea la necessità di evitare di ridurre le istanze e le modalità di espressione studentesche a questioni di ordine pubblico e di legalità. Va considerato infatti, che la loro prima richiesta è proprio quella di ristabilire il rispetto del diritto internazionale.
Nella lettera, quindi, si chiede agli organi centrali dell'Ateneo di assumere una posizione inequivocabile, da non delegare oltremodo a organi come il comitato etico per la ricerca che, dopo diversi mesi dalla sua istituzione, non ha ancora prodotto indicazioni, così da fugare le legittime preoccupazioni di chi vuole lavorare e studiare in una istituzione libera da complicità con il genocidio in atto.
I firmatari sostengono, pertanto, le richieste degli studenti e chiedono che, in via cautelativa e immediata, siano revocati gli accordi in essere con enti riconducibili allo Stato di Israele e sia evitata in ogni forma la possibile associazione dell'Università di Firenze a soggetti pubblici o privati implicati in accordi commerciali relativi al trasferimento di armamenti e di tecnologia bellica verso quel Paese.
Nella missiva si ricorda che sulla spinta della mobilitazione studentesca, molti Dipartimenti si sono attivati nell'ultimo anno per ritirarsi o sospendere gli accordi con le università israeliane complici del genocidio del popolo palestinese.
I firmatari, si spiega in una nota, condividono le loro richieste e la loro urgenza ed intendono affermare il valore di un dialogo e di un confronto che si sviluppino in un clima di apertura e di ascolto. La lettera sottolinea la necessità di evitare di ridurre le istanze e le modalità di espressione studentesche a questioni di ordine pubblico e di legalità. Va considerato infatti, che la loro prima richiesta è proprio quella di ristabilire il rispetto del diritto internazionale.
Nella lettera, quindi, si chiede agli organi centrali dell'Ateneo di assumere una posizione inequivocabile, da non delegare oltremodo a organi come il comitato etico per la ricerca che, dopo diversi mesi dalla sua istituzione, non ha ancora prodotto indicazioni, così da fugare le legittime preoccupazioni di chi vuole lavorare e studiare in una istituzione libera da complicità con il genocidio in atto.
I firmatari sostengono, pertanto, le richieste degli studenti e chiedono che, in via cautelativa e immediata, siano revocati gli accordi in essere con enti riconducibili allo Stato di Israele e sia evitata in ogni forma la possibile associazione dell'Università di Firenze a soggetti pubblici o privati implicati in accordi commerciali relativi al trasferimento di armamenti e di tecnologia bellica verso quel Paese.
Nella missiva si ricorda che sulla spinta della mobilitazione studentesca, molti Dipartimenti si sono attivati nell'ultimo anno per ritirarsi o sospendere gli accordi con le università israeliane complici del genocidio del popolo palestinese.
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