I carabinieri Martiri di Fiesole "erano dei ragazzi, avevano dai 20 ai 22 anni: se li giudichiamo coi parametri valoriali di oggi sono dei giganti, e lo sono stati, perché anziché seguire l'istinto umano della paura, ebbero il coraggio di fare la scelta più difficile e dolorosa, ma eticamente la più giusta".
Lo ha affermato il generale Teo Luzi, comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, intervenendo alla commemorazione dei tre giovani carabinieri che nel 1944 sacrificarono le loro vite per salvare alcuni ostaggi catturati dagli occupanti nazisti.
I tre giovani sono oggi "l'espressione più luminosa del senso del servizio", ha detto Luzi, perché "hanno fatto un atto che non era dovuto", e dunque "l'eroismo dei Martiri di Fiesole ancora oggi ravviva il senso di responsabilità in noi che apparteniamo alle pubbliche istituzioni, e al tempo stesso ravviva la fiducia degli italiani verso le istituzioni, che sono capaci anche di atti estremi pur di proteggere i cittadini".
Lo ha affermato il generale Teo Luzi, comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, intervenendo alla commemorazione dei tre giovani carabinieri che nel 1944 sacrificarono le loro vite per salvare alcuni ostaggi catturati dagli occupanti nazisti.
I tre giovani sono oggi "l'espressione più luminosa del senso del servizio", ha detto Luzi, perché "hanno fatto un atto che non era dovuto", e dunque "l'eroismo dei Martiri di Fiesole ancora oggi ravviva il senso di responsabilità in noi che apparteniamo alle pubbliche istituzioni, e al tempo stesso ravviva la fiducia degli italiani verso le istituzioni, che sono capaci anche di atti estremi pur di proteggere i cittadini".
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