"Ci risulta che in alcuni depositi, come anche quello di Calenzano, vengano svolte attività promiscue. Succede di andare a rifornire le autobotti mentre in una corsia limitrofa, vicina, vengono fatte riparazioni o manutenzioni. Le attività di carico non vengono sospese quando ci sono interventi di riparazione, ma risulta tra i trasportatori che sia così molto spesso. Forse una volta, nel 2021, vennero sospesi due, tre giorni, gli ingressi delle autobotti". Così Massimiliano Matranga, autotrasportatore e sindacalista della Uiltrasporti Toscana, riguardo alle attività nel deposito Eni di Calenzano.
"Possiamo considerarla una consuetudine - prosegue - ma nessuno di noi autotrasportatori in realtà l'ha mai percepita come una condizione di pericolo, almeno non abbastanza", "questo perché quando si entra col camion in un deposito come quello di Eni a Calenzano ci sentiamo in un luogo molto sicuro, vengono fatti controlli continui, anche random sui mezzi che entrano".
Il sito Eni di Calenzano "non è un luogo dove la sicurezza non c'è", afferma ancora Matranga, anzi "ti controllano più volte, se hai le patenti, se la botte è a posto, a volte tra i colleghi si ha pure la percezione di un eccesso di sicurezza".
Una criticità del deposito, riporta il sindacalista, è "che gli operatori addetti alle linee di carico sono pochi" e gli autisti dei camion "che sono molto professionalizzati", agiscono in autonomia, "da sé ogni autista va alla corsia assegnata, digita sul computer il programma di carico, attacca i bracci alle flange di carico, poi parte il pompaggio di carburante. L'autobotte è dotata di valvole di scarico dei vapori che si formano in questo processo".
"Noi siamo autisti abilitati a questo tipo di trasporti speciali, ma quando uno di noi entra nel deposito Eni non ha dei propri referenti all'interno - conclude - E' lui da solo davanti alla struttura".
"Possiamo considerarla una consuetudine - prosegue - ma nessuno di noi autotrasportatori in realtà l'ha mai percepita come una condizione di pericolo, almeno non abbastanza", "questo perché quando si entra col camion in un deposito come quello di Eni a Calenzano ci sentiamo in un luogo molto sicuro, vengono fatti controlli continui, anche random sui mezzi che entrano".
Il sito Eni di Calenzano "non è un luogo dove la sicurezza non c'è", afferma ancora Matranga, anzi "ti controllano più volte, se hai le patenti, se la botte è a posto, a volte tra i colleghi si ha pure la percezione di un eccesso di sicurezza".
Una criticità del deposito, riporta il sindacalista, è "che gli operatori addetti alle linee di carico sono pochi" e gli autisti dei camion "che sono molto professionalizzati", agiscono in autonomia, "da sé ogni autista va alla corsia assegnata, digita sul computer il programma di carico, attacca i bracci alle flange di carico, poi parte il pompaggio di carburante. L'autobotte è dotata di valvole di scarico dei vapori che si formano in questo processo".
"Noi siamo autisti abilitati a questo tipo di trasporti speciali, ma quando uno di noi entra nel deposito Eni non ha dei propri referenti all'interno - conclude - E' lui da solo davanti alla struttura".
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