Si avvicina il mercato invernale, da sfruttare

Signori, si vola. La Fiorentina si gode questa sosta sognando. Cosa? Non si sa, ognuno sogni pure quello che vuole. D’altronde, il primo posto, davanti, dista un punto così come, dietro, è ad un punto il sesto. E nel caso in cui il recupero tra Bologna e Milan non finisse in parità, il settimo sarebbe a quattro. Perciò, come detto, ognuno si senta libero di ambire a ciò che ritiene più realistico. Di sicuro, dal dopo sosta a Natale ne sapremo di più.
 
 
 
CICLO. Non ci si annoierà di certo da qui all’arrivo di Babbo Natale. La Fiorentina ripartirà dalla trasferta col Como il 24, per inaugurare il filotto di partite interne che si aprirà col Paphos in Conference il 28, aspettando l’Inter il 1° dicembre, per poi sfidare ancora in casa l’Empoli in Coppa Italia mercoledì 4 dicembre e il Cagliari ancora al Franchi l’8 dicembre, quindi altra sfida interna con il Lask Linz del 12 dicembre. Quindi altre sfide di Serie A, con Bologna, Udinese e Juventus. Nel mezzo anche il Guimaraes in Conference. Poi sarà 2025, con la Fiorentina che affronterà subito il Napoli, il 4 gennaio. 9 partite fino a Natale, 11 arrivando al Napoli. Ci sarà da trottare, insomma.
 
 
 
PASSATO, PRESENTE E FUTURO. Inutile stare a rivangare il passato ma, semmai, potrebbe essere utile ‘imparare’ quello che esso ha rappresentato. Riferimento immediato al mercato invernale. Da Benalouane con Sousa a Ficini negli anni di Cecchi Gori, fino al mercato di un anno fa, quando la Fiorentina di Italiano era quarta in classifica, con la già allora concreta possibilità che via Serie A andassero in Champions League cinque squadre, ma che l’allora dirigenza non sfruttò. Servivano esterni d’attacco, arrivò un centravanti, uno di quelli che potevano fare qualcosa, ma che difficilmente avrebbero fatto la differenza, come Belotti. Senza dimenticare Faraoni, quando lì c’erano un Kayode rivelazione della Serie A (tutt’altra cosa rispetto a quello di oggi) e il rientrante Dodo. Detto ciò, al netto che altri anni sia andata pure peggio, come quando i viola cedettero Vlahovic alla Juventus non percependo la possibilità di arrivare in Champions, adesso la Fiorentina arriverà a gennaio già sapendo bene cosa serve, o meglio cosa servirebbe. Poi starà alla dirigenza decidere di agire, di non farlo e/o di riuscire a farlo.
 
 
 
RITOCCHI. Serve come il pane un vice-Kean, da intendersi non come un calciatore che faccia quello fa Moise, impossibile, ma qualcuno che abbia le caratteristiche del centravanti, cosa che non hanno né Kouame né Beltran. Dietro la coperta sarà lunga, con l’arrivo di Valentini, mentre qualcuno potrebbe uscire, Biraghi e Parisi su tutti. Servirebbe un centrocampista che faccia rifiatare Adli, Cataldi e Bove, per quanto Richardson e Mandragora siano delle valide alternative. Ikoné e Sottil, in teoria, sarebbero le alternative di Gudmundsson e Colpani, magari su quello si potrebbe lavorare un po’. Soprattutto se la Fiorentina dovesse andare avanti in entrambe le coppe, per non arrivare col fiato corto e la super usura di qualche calciatore che già in questo tour de force ha mostrato segni di stanchezza (Gosens, Adli, Bove su tutti). Non sfruttare la finestra di mercato invernale, sempre che la Fiorentina continui a stare lassù in classifica, sarebbe delittuoso. L’occasione è ghiotta, ghiottissima, quasi unica. Non coglierla, di nuovo, sarebbe un autogol.

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