Una giornata per parlare di presente e futuro, grazie alla ricerca del Professor Aiello, con la presenza di Funaro, Vicini, Giani, Bonafè e Torselli

Piccolo è bello”, in Toscana le ridotte dimensioni sono ancora la componente caratterizzante dell’economia-artigiana. Questo uno degli elementi fondamentali emersi dalla seconda edizione della indagine sui Mestieri Artigiani presentato oggi a Firenze nell’ambito dell’evento “PMI toscane e artigianato: unione tra storia e futuro” organizzato da CNA Toscana nella Sala Verde di Palazzo Incontri a Firenze.

All’evento oltre al Presidente e al Direttore di CNA Toscana Luca Tonini e Antonio Chiappini e i Presidenti delle Unioni, Mestieri e Raggruppamenti d’Interesse, hanno partecipato Andrea Moratti Direttore Area Imprese Firenze Prato Direzione Regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo che ha portato un saluto, il Professor Gaetano Aiello Ordinario di Economia e gestione delle finanze dell’Università di Firenze autore della ricerca, la Sindaca di Firenze Sara Funaro e l’Assessore Jacopo Vicini, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la Parlamentare Simona Bonafè, l’europarlamentare Europeo Francesco Torselli.

La giornata si è aperta con l’illustrazione dai dati emersi dalla seconda edizione della ricerca commissionata da CNA Toscana e dalla Fondazione CNA Opera al Professor Aiello. L’indagine ha coinvolto 151 imprese di tutte le province associate a CNA Toscana così suddivise: 77 capannoni ovvero le imprese artigiane di dimensione produttiva maggiore situate in zone dedicate all’industria e alla manifattura e 74 botteghe che operano ancora in modo tradizionale e si collocano nei tessuti urbani. Dall’analisi emergono elementi in comune e alcune differenze, non sempre correlate con le dimensioni.

Analizzando i problemi percepiti, ad esempio, i capannoni hanno per prima cosa segnalato difficoltà a reperire risorse umane, in secondo luogo ad affrontare gli oneri amministrativi e burocratici e solo in terza battuta i costi dell’energia e materie prime. Di contro le botteghe ritengono il problema principale proprio gli oneri amministrativi e burocratici poi il costo di energia e materie prime e al terzo posto la difficoltà di reperire il personale.

Uniforme la posizione per quanto riguarda gli obiettivi, sia capannoni (80%), che botteghe (79%) ritengono il principale quello di acquisire nuovi clienti, secondariamente di mantenere i clienti esistenti (60% i capannoni, 58% le botteghe). Per portare avanti questi obiettivi differiscono le strategie: i capannoni puntano sulla formazione e assunzione di personale, mentre le botteghe si affidano più a nuove iniziative commerciali. Entrambi però come seconda opzione puntano su lancio di nuovi prodotti e servizi.

In questo quadro un importante dato riguarda le prospettive future di fatturato e reddito: il 58% delle botteghe interrogate prevedono nel biennio 2025-26 un incremento del fatturato, lo stesso vale per il 40% dei capannoni. Altrettanto positivo il fatto che sono numerosi gli imprenditori che hanno sperimentato forme di accordo con altri ‘colleghi’: lo ha fatto il 74% delle botteghe l’81% dei capannoni. Esaminando i dati provenienti da questi ultimi emerge che i rapporti di fornitura-subfornitura-appalto vedono il coinvolgimento di 2-4 imprese, con rapporti prevalentemente informali stipulati nel 47% dei casi, mentre il 30% ha sottoscritto accordi formali (consorzio, contratto di rete, joint venture). Le botteghe ricorrono per la maggior parte ad accordi informali (il 55%) che generalmente coinvolgono dai 2 ai 4 soggetti, i formali raggiungono una percentuale del 30%.

Diverse le difficoltà riscontate nella gestione delle relazioni fra le imprese nelle aggregazioni per i capannoni riguardano principalmente le politiche contrattuali e di definizione del prezzo, mentre le botteghe riscontrano barriere legali/regolatorie o burocratico amministrative.

È stato infine chiesto alle imprese intervistate quali potrebbero essere gli elementi attrattivi dell’attività artigiana nei confronti dei giovani: sia i capannoni che le botteghe ritengono che l’autonomia nella gestione del lavoro, la possibilità di svolgere un’attività creativa e caratterizzata dall’impegno diretto nella realizzazione del prodotto-servizio.

Il Meeting è poi proseguito il pomeriggio in sessione privata per fare un bilancio dell’attività 2024 di Unioni, Mestieri e Raggruppamenti di Interesse. Portando avanti un percorso comune per ribadire la centralità dell’artigianato nella società toscana

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