A 450 anni dalla morte del Granduca Cosimo I e del maestro Giorgio Vasari

Nell’occasione dei 450 anni dalla morte di Cosimo I de' Medici e di Giorgio Vasari, la mostra in Palazzo Vecchio - promossa dall’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO del Comune di Firenze e dalla Fondazione MUS.E, con il sostegno finanziario del Ministero del Turismo “Fondo Siti UNESCO e città creative” - offre l'occasione di approfondire la conoscenza della magnifica decorazione della Sala grande di Palazzo Vecchio, esito fra i più alti del rapporto fra il duca Cosimo, committente dell'impresa, e Giorgio Vasari, suo principale artefice. La sala - sorta sul finire del Quattrocento e oggi più nota come Salone dei Cinquecento - conobbe infatti un significativo rinnovamento negli anni Sessanta del XVI secolo, quando il duca ne promosse la decorazione in vista dei festeggiamenti per le nozze del principe Francesco, suo primogenito, con Giovanna d'Asburgo, in programma nel dicembre 1565.

Abbiamo deciso come amministrazione di realizzare questa mostra grazie al “Fondo siti Unesco e città creative” per dare un tributo ai 450 anni dalla morte di Cosimo I e di Vasari. Quella che veniva chiamata la Sala Grande è oggi il salone dei 500, fulcro degli incontri tra Cosimo e Vasari. La mostra è l’occasione per raccontare la grande trasformazione di questo luogo e ripercorrere il processo artistico che ha portato a questo incredibile risultato. Mai ci dobbiamo stancare di approfondire e di riscoprire la storia del ‘cuore’ della nostra città”, ha detto la sindaca Sara Funaro.

L’esposizione presenta al pubblico un approfondimento su questa grandiosa fabbrica artistica, perno del programma di rinnovamento promosso da Cosimo per il palazzo ducale e sviluppato da Giorgio Vasari con un’équipe multidisciplinare di maestranze.  Oltre ai progetti del soffitto, sono esposti i disegni preparatori di alcune scene dello stesso e delle pareti, riferiti alla mano vasariana: si ricordano i disegni della Presa di Porta Camollia e della Battaglia di Marciano, riferiti agli affreschi  per la guerra di Siena, o quelli per il soffitto che raffigurano gli episodi in cui Papa Clemente IV consegna la propria insegna ai Capitani di parte guelfa e Cosimo che studia la conquista di Siena, quest’ultimo interessato da un significativo cambio d'impianto poiché il duca, anziché essere circondato dai suoi consiglieri, chiese di essere circondato dalle sue virtù. In mostra la testimonianza della lettera scritta da Cosimo all’artista.

In mostra è infatti presentata una serie di lettere preziose per comprendere la genesi e il processo dell’impresa, frutto di fitti scambi e aggiornamenti, e in tale ambito spicca il parere di Michelangelo.

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