"La cooperazione ha bisogno del legame col territorio", e dunque "può anche aiutare a sostituire modelli produttivi basati sui fondi di investimento che hanno come unico obiettivo il profitto e quindi" a loro occorrenza "si sganciano dal territorio con grande facilità". Lo ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze, a margine dell'assemblea di Confcooperative Toscana.
Parlando delle vertenze Seves, Bekaert e Gkn, Nardella ha sottolineato che "il vero problema" comune "è legato al dumping salariale e fiscale che alcuni paesi europei fanno, e che inducono a molte aziende, molti fondi d'investimento, a delocalizzare le produzioni. Infatti spesso le nostre fabbriche chiudono e le produzioni finiscono in Romania, in Repubblica Ceca, dove appunto i salari sono più bassi. Questa concorrenza sleale, basata sul fatto che i salari in altri paesi sono più bassi che in Italia, e i diritti dei lavoratori sono più fragili, è un vulnus dell'Europa".
Per il sindaco "il modello cooperativo può essere una valida alternativa, perché la cooperazione ha bisogno del legame col territorio, non può prescindere dal territorio, e sarebbe un antidoto a queste pericolose delocalizzazioni che vengono decise chissà dove, a Londra piuttosto che a New York dove hanno sede i fondi di investimento, e rispetto ai quali i sindaci non possono fare nulla".
Parlando delle vertenze Seves, Bekaert e Gkn, Nardella ha sottolineato che "il vero problema" comune "è legato al dumping salariale e fiscale che alcuni paesi europei fanno, e che inducono a molte aziende, molti fondi d'investimento, a delocalizzare le produzioni. Infatti spesso le nostre fabbriche chiudono e le produzioni finiscono in Romania, in Repubblica Ceca, dove appunto i salari sono più bassi. Questa concorrenza sleale, basata sul fatto che i salari in altri paesi sono più bassi che in Italia, e i diritti dei lavoratori sono più fragili, è un vulnus dell'Europa".
Per il sindaco "il modello cooperativo può essere una valida alternativa, perché la cooperazione ha bisogno del legame col territorio, non può prescindere dal territorio, e sarebbe un antidoto a queste pericolose delocalizzazioni che vengono decise chissà dove, a Londra piuttosto che a New York dove hanno sede i fondi di investimento, e rispetto ai quali i sindaci non possono fare nulla".
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