È stato firmato oggi al tavolo di crisi in Regione Toscana l'accordo per la Navico Rbu di Montespertoli, la multinazionale norvegese che nelle settimane scorse aveva comunicato la decisione di delocalizzare la produzione in Messico, avviando le procedure di licenziamento per i 27 lavoratori. L'accordo prevede la cassa integrazione e un incentivo all'esodo per tutti i lavoratori, compresi i contratti a termine.
Oltre ad un ammortizzatore sociale per un periodo di 12 mesi, 9 lavoratori saranno ricollocati in aziende del gruppo, per gli altri è prevista una dote di 16mila euro da parte di Navico per la ricollocazione in altre aziende, più un contributo aggiuntivo della Regione fino a 11mila euro e al 20% della Naspi non riscossa. Per i lavoratori più vicini al raggiungimento della pensione saranno attivati strumenti di accompagnamento contributivo fino a 60 mesi.
"Dopo numerosi incontri insieme alla Regione Toscana - spiega il segretario della Fiom Cgil territoriale Stefano Angelini - siamo riusciti a scongiurare gli scenari inaccettabili prospettati dalla multinazionale che ha deciso di delocalizzare. Rimane l'amarezza per un'azienda altamente specializzata che decide dall'oggi al domani di abbandonare il territorio e delocalizzare".
Valerio Fabiani consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente della Regione Eugenio Giani afferma: "Adesso che è scongiurato il licenziamento forzoso, sarà comunque cura della Regione e del Comune impegnarsi per la reindustrializzazione del sito. Questa è una delocalizzazione vera e propria, con la multinazionale che chiude l'attività e la sposta in Messico ma che non incappa nel cosiddetto decreto antidelocalizzazioni solo perché non ne ha i requisiti numerici. Per questo l'accordo è importante, perché ci siamo ispirati agli stessi principi di una norma alla quale tecnicamente non potevamo appellarci. Devo un ringraziamento a tutte le parti e specialmente ai lavoratori: hanno dato vita a una battaglia che ha coinvolto tutto il territorio e che è stata un ingrediente decisivo".
Oltre ad un ammortizzatore sociale per un periodo di 12 mesi, 9 lavoratori saranno ricollocati in aziende del gruppo, per gli altri è prevista una dote di 16mila euro da parte di Navico per la ricollocazione in altre aziende, più un contributo aggiuntivo della Regione fino a 11mila euro e al 20% della Naspi non riscossa. Per i lavoratori più vicini al raggiungimento della pensione saranno attivati strumenti di accompagnamento contributivo fino a 60 mesi.
"Dopo numerosi incontri insieme alla Regione Toscana - spiega il segretario della Fiom Cgil territoriale Stefano Angelini - siamo riusciti a scongiurare gli scenari inaccettabili prospettati dalla multinazionale che ha deciso di delocalizzare. Rimane l'amarezza per un'azienda altamente specializzata che decide dall'oggi al domani di abbandonare il territorio e delocalizzare".
Valerio Fabiani consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente della Regione Eugenio Giani afferma: "Adesso che è scongiurato il licenziamento forzoso, sarà comunque cura della Regione e del Comune impegnarsi per la reindustrializzazione del sito. Questa è una delocalizzazione vera e propria, con la multinazionale che chiude l'attività e la sposta in Messico ma che non incappa nel cosiddetto decreto antidelocalizzazioni solo perché non ne ha i requisiti numerici. Per questo l'accordo è importante, perché ci siamo ispirati agli stessi principi di una norma alla quale tecnicamente non potevamo appellarci. Devo un ringraziamento a tutte le parti e specialmente ai lavoratori: hanno dato vita a una battaglia che ha coinvolto tutto il territorio e che è stata un ingrediente decisivo".
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