La sanzione è arrivata al termine dell'indagine avviata dopo la morte, a Firenze, del rider Sebastian Galassi

La sanzione da 5 milioni di euro comminata alla società Foodinho srl, controllata da Glovo, da parte del Garante per la Privacy, alla fine di un'indagine seguita alla morte sul lavoro a Firenze del rider Sebastian Galassi nell'ottobre 2022 "va a sostegno delle lotte che animiamo da tempo a tutela dei rider, e va nella direzione delle azioni - mobilitazioni, cause, vertenze, scioperi - da noi messe in campo, capace di coinvolgere tanti ciclo-fattorini su un tema caldo e delicato".

Lo evidenzia, con una nota di commento, il sindacalista Mattia Chiosi di Nidil Cgil Firenze Toscana ricordando che per quel decesso ci fu uno sciopero molto partecipato.

"Unitamente al cordoglio verso la famiglia, ci muovevano i temi sollevati dall'indagine, che oggi trovano soddisfazione attraverso la sanzione - prosegue -, ma anche una serie di prescrizioni per cui la piattaforma dovrà rivedere i contenuti delle comunicazioni verso i rider in caso di blocco dell'account, vieta l'uso del riconoscimento facciale da parte della piattaforma e non potrà tracciare mediante Gps gli spostamenti fuori dal rapporto di lavoro".

Inoltre, continua la nota di Nidil, "emerge ancora una volta il lato oscuro delle piattaforme, senza dover ribadire l'effetto discriminatorio dei punteggi di eccellenza e l'impossibilità di contestare i meccanismi di valutazione connessi a questo, oltre alla discriminazione di fronte a messaggi perentori che di fatto licenziano il rider senza dargli possibilità di rispondere alla contestazione".

      
Nidil rivendica le "lotte che animiamo da tempo a tutela dei rider" e "va nella direzione delle azioni (mobilitazioni, cause, vertenze, scioperi) da noi messe in campo, capace di coinvolgere tanti ciclo-fattorini su un tema caldo e delicato" e conclude sostenendo che "per quanto le piattaforme rifuggano ancora l'affrontare pienamente il tema della riqualificazione contrattuale, ogni nuovo passo va nella direzione che riteniamo giusta e a tutela dei rider, parte fragile nel rapporto tra multinazionale, ristoratori e clienti finali". 
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