Niente salto di qualità per la Fiorentina (almeno per ora)

Per coloro che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, per quelli che va sempre tutto bene e per cui non si poteva fare di più, per coloro per cui ‘eh vabbè, ha vinto Firenze’, lo diciamo subito: ci permettiamo di pensarla diversamente. Sommessamente, vogliamo ricordare che questa è stata definita da Commisso la ‘Fiorentina più forte della sua gestione’, che l’obiettivo era far meglio della stagione precedente e che, ad oggi, la squadra viola sarebbe fuori da ogni competizione europea per la prossima stagione. Che con queste prospettive sarà difficile trattenere Kean, De Gea, Dodo o spendere tutti quei milioni di euro previsti per i riscatti.

Si ok ‘l’amore per Firenze, per i tifosi della Fiorentina, per il Ponte Vecchio’, concetti splendidi per gli inguaribili romantici. Poi, però, c’è da fare i conti con la realtà. A Firenze resterà sicuramente Palladino, vista l’opzione che la società viola ha deciso di esercitare prolungando il contratto del tecnico. Col senno del poi…non sappiamo se questa si rivelerà la scelta giusta. Qualche dubbio, tuttavia, sorge spontaneo dopo l’eliminazione col Betis. Non tanto per il risultato in sé, perché in fondo ci poteva anche stare di essere eliminati in semifinale. Il problema vero è che Pellegrini l’ha vinta con le letture a gara in corso, con le idee e con l’organizzazione di gioco. Al contrario di Palladino. Il poco calcio che ha trasmesso ai suoi fin da inizio stagione il tecnico viola è stato mascherato per mesi dai risultati, da un Kean straordinario e da un De Gea eroico. Certo, non solo ed esclusivamente loro. Anche Palladino ci ha messo del suo, ovvio, nel tenere unito lo spogliatoio, nel cambiare quando le cose andavano male e con idee che poi hanno anche dato i loro risultati. Ma, col senno del poi, viene spontaneo pensare che si potesse fare meglio e di più.

Perché quello che si vedeva ad agosto contro il Puskas lo si è visto anche a maggio. L’evoluzione necessaria non c’è stata. A tratti si sono viste cose migliori, anche e soprattutto legate a momenti in cui i singoli erano on-fire. Ma se ci fossero stati Nzola-Belotti-Beltran-Kouame anziché Kean, se ci fosse stato Terracciano anziché De Gea, se ci fosse stato Biraghi anziché Gosens…dove sarebbe la Fiorentina di Palladino? Inutile e superfluo pare paragoni e paralleli, così come riaprire il dibattito ‘Palladino-Italiano’. E’ una domanda retorica, sia chiaro. Ma anche il nodo su cui ci dovrebbe essere un confronto all’interno della Fiorentina: Palladino ha fatto il massimo? Si poteva fare di più? Era lecito attendersi qualcosa di più (in termini di risultati e di gioco)?

Se gli è stato esteso il contratto prima di uscire col Betis, evidentemente, il giudizio sul lavoro di Palladino è già stato fatto ed è stato positivo. Al netto dei nove punti ancora fattibili nelle ultime 3 gare di Serie A, il rischio è che il domani non sia tanto differente dall’oggi e dallo ieri. Il salto di qualità che si andava inseguendo, l’ambizione proclamata come obiettivo e l’asticella che doveva essere alzata, ad oggi, è sempre dov’era nel precedente triennio: sempre lì, in zona Conference, senza trofei. Dimensione che a Firenze e ad un club come la Fiorentina dovrebbero stare stretti. Ma, tornando alla premessa, se va bene cosi…contenti voi (?), contenti tutti (o quasi).  

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