Una mostra dedicata a Eleonora Duse, in occasione delle celebrazioni per il centenario della sua morte: al Teatro della Pergola di Firenzel'omaggio alla Divina con l'esposizione, per la prima volta, di oggetti di proprietà della famiglia fiorentina Gemmi. Domani alle 18 l'inaugurazione.
"Appare dunque che Gemmi scriveva (nel costone di una pagina) "Partirò e porto le cose a casa, [...] se lei consente". Così si esprime Eleonora Duse, in una lettera non datata, con l'amica Emma Garzes. Le "cose", a cui accenna la Duse e che Luigi Gemmi, contabile della Banca d'Italia dal 1911 in relazione di affari con l'attrice, portò nella sua dimora fiorentina, sono ancora in possesso dei suoi eredi. Si tratta di un materiale eterogeneo, conservato con cura, per più di un secolo, dalla famiglia e finora mai mostrato al pubblico. Eleonora Duse lo teneva presso un teatro dismesso, precedentemente utilizzato dall'Accademia dei Fidenti, situato in via Ghibellina a Firenze. A partire dal 1908 si era servita di quel piccolo teatro, per il quale probabilmente aveva concepito più ambiziosi progetti, per provare il repertorio delle sue ultime tournée estere, prima di ritirarsi dalle scene, improvvisamente, un anno dopo.
Gli oggetti esposti per 'Partirò e porto le cose a casa - Il Fondo di Eleonora Duse di proprietà della famiglia Gemmi - forniscono una diretta testimonianza sia del suo lavoro sia della sua vita. Circa una dozzina i copioni con interventi manoscritti di pugno di Eleonora Duse; un'edizione a stampa di Cavalleria rusticana del 1884, anno del primo allestimento della pièce voluto, con forza e contro il parere del suo capocomico, dall'attrice ancora giovane, con la dedica autografa di Giovanni Verga; molte le fotografie che la ritraggono in alcune delle sue più famose interpretazioni. E, ancora, abiti e oggetti di semplice uso quotidiano, da lavoro e da viaggio, ma anche un pianoforte e un letto.
La mostra resterà aperta fino al 13 aprile, il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15,30 alle 18,30 e in occasione di spettacoli, concerti e visite guidate.
"Appare dunque che Gemmi scriveva (nel costone di una pagina) "Partirò e porto le cose a casa, [...] se lei consente". Così si esprime Eleonora Duse, in una lettera non datata, con l'amica Emma Garzes. Le "cose", a cui accenna la Duse e che Luigi Gemmi, contabile della Banca d'Italia dal 1911 in relazione di affari con l'attrice, portò nella sua dimora fiorentina, sono ancora in possesso dei suoi eredi. Si tratta di un materiale eterogeneo, conservato con cura, per più di un secolo, dalla famiglia e finora mai mostrato al pubblico. Eleonora Duse lo teneva presso un teatro dismesso, precedentemente utilizzato dall'Accademia dei Fidenti, situato in via Ghibellina a Firenze. A partire dal 1908 si era servita di quel piccolo teatro, per il quale probabilmente aveva concepito più ambiziosi progetti, per provare il repertorio delle sue ultime tournée estere, prima di ritirarsi dalle scene, improvvisamente, un anno dopo.
Gli oggetti esposti per 'Partirò e porto le cose a casa - Il Fondo di Eleonora Duse di proprietà della famiglia Gemmi - forniscono una diretta testimonianza sia del suo lavoro sia della sua vita. Circa una dozzina i copioni con interventi manoscritti di pugno di Eleonora Duse; un'edizione a stampa di Cavalleria rusticana del 1884, anno del primo allestimento della pièce voluto, con forza e contro il parere del suo capocomico, dall'attrice ancora giovane, con la dedica autografa di Giovanni Verga; molte le fotografie che la ritraggono in alcune delle sue più famose interpretazioni. E, ancora, abiti e oggetti di semplice uso quotidiano, da lavoro e da viaggio, ma anche un pianoforte e un letto.
La mostra resterà aperta fino al 13 aprile, il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15,30 alle 18,30 e in occasione di spettacoli, concerti e visite guidate.
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