Un nuovo strumento contro la lotta allo sfruttamento degli operai di origine straniera e irregolari sul territorio, trattati come schivi, nel distretto tessile pratese. Ieri al Palazzo di Giustizia di Prato è stato firmato un protocollo per rafforzare la protezione, sia di carattere giuridico che di carattere sociale, per i lavoratori, e gli imprenditori, che decidono di denunciare, ad esempio tramite la concessione del permesso di soggiorno per motivi di giustizia o l'assistenza legale gratuita: i firmatari sono procura, questure, comandi provinciali di carabinieri e guardia di finanza, Regione Toscana, Comune di Prato, Inps, Asl Toscana Centro e Reti Antitratta degli esseri umani.
Come illustrato dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli, il nuovo protocollo mira a creare percorsi di protezione, sostegno e reinserimento sociale per i lavoratori, spesso in condizioni di fortissima vulnerabilità, che decidono di denunciare: “Si tratta di una moderna forma di schiavitù alimentata da imprenditori senza scrupoli spesso inseriti in circuiti economici criminali di matrice transnazionale” ha detto Tescaroli.
Alla firma anche il presidente della Toscana Eugenio Giani, che ha confermato l’impegno della Regione a promuovere una legge nazionale ispirata ai contenuti del protocollo pratese.
Il commissario straordinario al Comune di Prato, Claudio Sammartino, ha sottolineato che l'intesa "apre la strada a nuove iniziative di protezione e legalità".Condividi
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