Il Consiglio regionale ha approvato, ieri all'unanimità, una mozione che impegna la Giunta toscana a prevedere l'obbligo di salario minimo in tutti i contratti di appalto di opere e servizi della Regione.
A presentare il provvedimento la proponente, Irene Galletti (capogruppo M5S, in foto), che ha ricordato le direttive del Parlamento europeo, l'articolo 36 della Costituzione, le mozioni approvate in Consiglio regionale, il Codice dei contratti pubblici, e le iniziative di Comuni e Regioni, per quanto di loro competenza.
Ad esempio, il Comune di Firenze ha stabilito che nessun lavoratore dovrà guadagnare meno di 9 euro l'ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante, mentre la Toscana, con specifico atto, ha impegnato la Regione stessa verso il Parlamento, a sostegno di una proposta di legge nazionale in materia.
La mozione prevede quindi l'obbligo a "garantire, per gli appalti in cui siano coinvolte la Regione ed i suoi enti, un salario minimo ai lavoratori, qualunque sia la forma contrattuale che leghi questi ultimi alla prestazione di beni o servizi, in modo da evitare escamotage di qualunque genere a loro danno".
La mozione impegna l'esecutivo anche "a verificare puntualmente il rispetto dell'applicazione del contratto e delle condizioni contrattuali in maniera costante redigendo ogni sei mesi un report relativo agli appalti in essere ed alle verifiche sui contratti"; e ad organizzare incontri con le organizzazioni sindacali, per raggiungere "l'obiettivo per l'Amministrazione che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l'ora".
A presentare il provvedimento la proponente, Irene Galletti (capogruppo M5S, in foto), che ha ricordato le direttive del Parlamento europeo, l'articolo 36 della Costituzione, le mozioni approvate in Consiglio regionale, il Codice dei contratti pubblici, e le iniziative di Comuni e Regioni, per quanto di loro competenza.
Ad esempio, il Comune di Firenze ha stabilito che nessun lavoratore dovrà guadagnare meno di 9 euro l'ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante, mentre la Toscana, con specifico atto, ha impegnato la Regione stessa verso il Parlamento, a sostegno di una proposta di legge nazionale in materia.
La mozione prevede quindi l'obbligo a "garantire, per gli appalti in cui siano coinvolte la Regione ed i suoi enti, un salario minimo ai lavoratori, qualunque sia la forma contrattuale che leghi questi ultimi alla prestazione di beni o servizi, in modo da evitare escamotage di qualunque genere a loro danno".
La mozione impegna l'esecutivo anche "a verificare puntualmente il rispetto dell'applicazione del contratto e delle condizioni contrattuali in maniera costante redigendo ogni sei mesi un report relativo agli appalti in essere ed alle verifiche sui contratti"; e ad organizzare incontri con le organizzazioni sindacali, per raggiungere "l'obiettivo per l'Amministrazione che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l'ora".
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