Un presidio provinciale davanti alla sede della Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze). Lo annuncia per il 20 giugno, dalle 9:30, l'Unione sindacale di base, insieme a Cub ed Sgb, nell'ambito di uno sciopero generale nazionale, con manifestazioni in numerose città italiane, per "opporsi al massacro del popolo palestinese a opera dello Stato genocida d'Israele, alla folle corsa al riarmo decisa dall'Unione europea, accettata supinamente dal governo Meloni, e alla devastazione sociale prodotta da decenni di moderazione salariale ad opera dei governi filo-padronali del nostro Paese".
Secondo Usb "lo sciopero è una risposta necessaria e urgente all'aggravarsi delle condizioni sociali, economiche e democratiche di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, colpiti da politiche che continuano a favorire le grandi imprese e il complesso militare-industriale a discapito delle fasce più deboli della popolazione".
Usb Firenze invita "ad unirsi allo sciopero del 20 giugno e alla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma, con partenza da piazza Vittorio, per ribadire che non siamo disposti a pagare il prezzo di un'economia di guerra che ha come effetto immediato la distruzione dello stato sociale. Abbassate le armi, alzate i salari. Costruiamo un'alternativa sociale e popolare contro le guerre e la distruzione del welfare".
Secondo Usb "lo sciopero è una risposta necessaria e urgente all'aggravarsi delle condizioni sociali, economiche e democratiche di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, colpiti da politiche che continuano a favorire le grandi imprese e il complesso militare-industriale a discapito delle fasce più deboli della popolazione".
Usb Firenze invita "ad unirsi allo sciopero del 20 giugno e alla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma, con partenza da piazza Vittorio, per ribadire che non siamo disposti a pagare il prezzo di un'economia di guerra che ha come effetto immediato la distruzione dello stato sociale. Abbassate le armi, alzate i salari. Costruiamo un'alternativa sociale e popolare contro le guerre e la distruzione del welfare".
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