Numeri in crescita per il festival fiorentino: +30% di presenze rispetto all'anno scorso

Si è chiusa con numeri da record l’edizione 2025 del Bright Festival, che ha portato alla Stazione Leopolda di Firenze oltre 7.000 persone in tre giorni, registrando una crescita del 30% rispetto all’anno precedente.

Un risultato che conferma la forza di un progetto culturale in continua evoluzione, capace di attrarre pubblici diversi e di costruire un’identità sempre più riconoscibile nel panorama nazionale e internazionale dell’arte contemporanea digitale.

"Siamo molto soddisfatti di questa edizione: tutte le installazioni sono state apprezzate e vissute con grande sensibilità dal pubblico" commentano Claudio Caciolli e Luciano D’Agostini, founder del Bright Festival. "Il festival è cresciuto non solo nei numeri, ma anche nella percezione: ogni opera è stata osservata, rispettata e partecipata in modo straordinario."

Il festival è stato un punto di incontro fra generazioni, mondi creativi e linguaggi diversi. Dai bambini ai nonni, dai 3 ai 90 anni, il pubblico ha condiviso spazi, emozioni e idee, diventando parte integrante delle opere e trasformando ogni installazione in un’esperienza collettiva.

"Tutti sono diventati protagonisti. Qui la tecnologia non è mai fine a sé stessa, ma diventa linguaggio, materia artistica, occasione di scambio" sottolineano i founder. "Si crea una sinergia straordinaria tra artisti, tecnici, progettisti e addetti ai lavori, che per noi è l’identità più autentica del festival: una squadra unita da un obiettivo comune. È una missione che va oltre il ritorno economico. Il ringraziamento più grande infatti va proprio a tutti i partner e gli artisti che partecipano con grande passione e che permettono al festival di autosostenersi e puntare a un livello sempre più alto. 

Dietro ogni opera c’è infatti il lavoro corale di professionisti che quotidianamente operano nel mondo degli eventi, del design e della produzione audiovisiva, ma che al Bright Festival trovano uno spazio libero in cui esprimere la propria creatività.

"Molti di loro sono abituati a lavorare su commissione, realizzando prodotti o servizi per brand e aziende. Qui invece diventano artisti a tutti gli effetti. La luce, il suono, lo spazio non sono solo un contorno, ma diventano i veri protagonisti."

A rendere questa edizione ancora più speciale è stata anche la partecipazione convinta delle istituzioni, che hanno riconosciuto nel festival non solo un evento culturale, ma un progetto con grandi potenzialità per la città.

"Il Bright Festival non è un evento tecnologico: è un festival artistico contemporaneo, specializzato in arte digitale. In Italia non esiste nulla di simile. Firenze può diventare la capitale di questa nuova identità artistica" spiegano Caciolli e D’Agostini. "L'edizione di quest'anno è stata una dimostrazione di come anche dove c'è un vuoto qualcosa di luminoso può rinascere

Le opere di quest’anno hanno stupito anche chi conosceva già il festival. Un salto di qualità evidente, che apre già alla prossima edizione. "Questi 3 giorni sono lo spunto principale anche per noi e per le nostre idee che stiamo già elaborando per sorprendere ancora, per sperimentare nuovi linguaggi e continuare a costruire un progetto che racconta il presente e immagina il futuro."

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