Superate le 45mila denunce nel 2024. In un anno aumentati controlli e irregolarità

La Giornata mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro accende, ancora una volta, i riflettori su quanto ancora ci sia da lavorare per assicurare a decine di migliaia di lavoratori condizioni di lavoro regolari.

Come scrive questa mattina La Repubblica Firenze, contando solo la Toscana nel 2024 sono state ben 45mila le denunce sporte contro situazioni di rischio o irregolarità, e dai controlli effettuati dall’Ispettorato del Lavoro è emerso che in più di sette aziende su dieci (il 70,7%) ci sono irregolarità. Un dato che diventa ancor più alto in settori come industria e agricoltura.

Secondo quanto riferisce il quotidiano, nel corso dell’anno passato sono emerse ben 6234 situazioni di irregolarità contro le 2898 dell’anno precedente, un numero che da una parte sottolinea l’intensificarsi dei controlli da parte delle istituzioni, ma dall’altra il permanere di forti criticità per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro.

Pesa moltissimo anche il fatto che gli ispettori sono pochi e non riescono a coprire con costanza tutte le aziende del territorio, e così magari passa anche più di un anno prima che vengano effettuati i controlli.
Dal caporalato (comunque in calo) alle violazioni sulle norme di sicurezza o la mancanza di protezioni per i lavoratori fino alle opacità contrattuali e lo sfruttamento dei collaboratori, sono diverse le zone d’ombra che sindacati e lavoratori denunciano da tempo, tanto che mensilmente in Toscana vengono scoperti 1648 lavoratori in nero, di cui trecentocinquanta extracomunitari.

Grazie al lavoro degli ispettori, coadiuvati da Inps e Inail e carabinieri, stanno portando a galla moltissime situazioni di irregolarità o illiceità, come a Prato, dove le inchieste della procura stanno scoperchiando il sistema dell’industria tessile, che si regge sullo sfruttamento del lavoratori: ma non si deve cadere nell’errore di credere che sia confinato ad un unico settore, l’irregolarità si estende anche all’agricoltura, all’industria e all’edilizia.

A ricordare la gravità della situazione sono le due tragedie che hanno scosso Firenze l’anno scorso, il crollo al cantiere Esselunga di via Mariti e l’esplosione al deposito Eni di Calenzano. Ma anche molti, troppi, fatti di cronaca di lavoratori che si sono feriti, o hanno perso la vita, mentre svolgevano il proprio lavoro.


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