Sindacati dei pensionati contro i gestori delle Rsa toscane che ieri avevano paventato di aumentare le quote delle rette a carico degli ospiti in assenza di un intervento da parte delle istituzioni.
"Non lasceremo nulla di intentato per difenderli da ulteriori aumenti delle rette che già oggi sono elevate", affermano in una nota congiunta Spi-Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati.
I sindacati ricordano di essere impegnati proprio con la Regione per azioni "volte a garantire la migliore qualità del servizio nelle strutture e un numero adeguato di quote sanitarie per rispondere alle maggiori richieste di una popolazione che invecchia".
Tuttavia, evidenziano, "non aiuta, certo, il contesto nazionale, dove la legge delega anziani è stata approvata senza gli stanziamenti necessari e si immagina di riformare il sistema della non autosufficienza senza prevedere risorse nella legge di bilancio in discussione in queste ore in parlamento". In particolare, per la maggior parte delle persone "sarà praticamente impossibile accedere ai fondi previsti dal decreto ministeriale del gennaio 2024 sulla sperimentazione della prestazione universale, a causa degli stringenti requisiti richiesti dalla normativa. avere più di 80 anni, un bisogno assistenziale gravissimo e un Isee non superiore a 6000 euro".
Anche per questo Spi Cgl, Fnp Cisl e Uil Pensionati ribadiscono la soddisfazione per l'accordo raggiunto con la Regione "che riguarda un investimento di oltre 22 milioni di euro per l'adeguamento contrattuale dei lavoratori delle cooperative sociali e per nuovi investimenti nel settore sociosanitario, a partire dagli anni 2026- 2027, e che segue l'accordo sottoscritto con i gestori nel settembre 2023 che prevedeva adeguamenti dell'importo delle quote sanitarie sino al 2025.
Tale accordo - concludono - tutela le condizioni dei lavoratori e l'invarianza dei costi per le famiglie, e pertanto chiediamo che sia difeso con forza dalla Regione Toscana che non deve cedere a nessuna forma di prepotenza da chi chiede di avere mano libera sulle rette e sulle condizioni dei lavoratori".
"Non lasceremo nulla di intentato per difenderli da ulteriori aumenti delle rette che già oggi sono elevate", affermano in una nota congiunta Spi-Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati.
I sindacati ricordano di essere impegnati proprio con la Regione per azioni "volte a garantire la migliore qualità del servizio nelle strutture e un numero adeguato di quote sanitarie per rispondere alle maggiori richieste di una popolazione che invecchia".
Tuttavia, evidenziano, "non aiuta, certo, il contesto nazionale, dove la legge delega anziani è stata approvata senza gli stanziamenti necessari e si immagina di riformare il sistema della non autosufficienza senza prevedere risorse nella legge di bilancio in discussione in queste ore in parlamento". In particolare, per la maggior parte delle persone "sarà praticamente impossibile accedere ai fondi previsti dal decreto ministeriale del gennaio 2024 sulla sperimentazione della prestazione universale, a causa degli stringenti requisiti richiesti dalla normativa. avere più di 80 anni, un bisogno assistenziale gravissimo e un Isee non superiore a 6000 euro".
Anche per questo Spi Cgl, Fnp Cisl e Uil Pensionati ribadiscono la soddisfazione per l'accordo raggiunto con la Regione "che riguarda un investimento di oltre 22 milioni di euro per l'adeguamento contrattuale dei lavoratori delle cooperative sociali e per nuovi investimenti nel settore sociosanitario, a partire dagli anni 2026- 2027, e che segue l'accordo sottoscritto con i gestori nel settembre 2023 che prevedeva adeguamenti dell'importo delle quote sanitarie sino al 2025.
Tale accordo - concludono - tutela le condizioni dei lavoratori e l'invarianza dei costi per le famiglie, e pertanto chiediamo che sia difeso con forza dalla Regione Toscana che non deve cedere a nessuna forma di prepotenza da chi chiede di avere mano libera sulle rette e sulle condizioni dei lavoratori".
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