Sciopero per l'intero turno e un presidio regionale davanti alla sede di Confindustria a Firenze per chiedere il rinnovo del contratto nazionale Telecomunicazioni, scaduto da due anni, che in Toscana interessa circa 5mila addetti. Sono le iniziative organizzate il 31 marzo da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, nell'ambito di una protesta nazionale.
"Circa la trattativa per il rinnovo del contratto - spiegano i sindacati in una nota -, se la discussione sulla parte normativa è stata molto accesa ma al contempo proficua, trovando una sintesi su quasi tutti i punti oggetto di confronto, relativamente alla parte economica l'atteggiamento di alcune aziende capofila ha determinato una incomprensibile fase di stallo. Non si può non tener conto delle continue dichiarazioni, rilasciate a mezzo stampa da Tim e Wind3, in cui, in modo nemmeno troppo velato, si lascia intendere che la fase di crisi in atto non permetterebbe aumenti del costo del lavoro".
Al contempo, aggiungono "il confronto in ambito governativo sui temi industriali e regolatori del settore delle Telecomunicazioni, tenuto conto delle continue fibrillazioni che si susseguono da mesi tra i vari operatori del settore, attraverso aggregazioni e/o scomposizioni organizzative, prosegue con lentezza e senza evidenti interventi concreti a favore del comparto. È sempre più evidente che a causa della miopia del management delle aziende che ha guidato questo settore per anni, e la totale assenza di logica in prospettiva industriale di un settore strategico per il Paese, da parte dei vari Governi succedutisi nell'ultimo decennio, il settore delle Telecomunicazioni perde oltre un miliardo di ricavi all'anno".
"Circa la trattativa per il rinnovo del contratto - spiegano i sindacati in una nota -, se la discussione sulla parte normativa è stata molto accesa ma al contempo proficua, trovando una sintesi su quasi tutti i punti oggetto di confronto, relativamente alla parte economica l'atteggiamento di alcune aziende capofila ha determinato una incomprensibile fase di stallo. Non si può non tener conto delle continue dichiarazioni, rilasciate a mezzo stampa da Tim e Wind3, in cui, in modo nemmeno troppo velato, si lascia intendere che la fase di crisi in atto non permetterebbe aumenti del costo del lavoro".
Al contempo, aggiungono "il confronto in ambito governativo sui temi industriali e regolatori del settore delle Telecomunicazioni, tenuto conto delle continue fibrillazioni che si susseguono da mesi tra i vari operatori del settore, attraverso aggregazioni e/o scomposizioni organizzative, prosegue con lentezza e senza evidenti interventi concreti a favore del comparto. È sempre più evidente che a causa della miopia del management delle aziende che ha guidato questo settore per anni, e la totale assenza di logica in prospettiva industriale di un settore strategico per il Paese, da parte dei vari Governi succedutisi nell'ultimo decennio, il settore delle Telecomunicazioni perde oltre un miliardo di ricavi all'anno".
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