Della vecchia guardia sono rimasti in pochissimi

Comuzzo, Dodo, Ranieri, Mandragora (ma solo se ce ne fosse bisogno) e Beltran. Stop. Della vecchia guardia, considerando i titolabili della Fiorentina, sono rimasti solamente loro. La lista dei superstiti si allunga, di poco, con quelli che sono rimasti ma che, ad oggi, sono delle semplici alternative come Parisi e Terracciano.
 
Con l’uscita di Quarta, Ikoné, Sottil, Kouame, Biraghi, Christensen e Kayode, la rivoluzione iniziata la scorsa estate è stata quasi del tutto completata dalla Fiorentina. Nella sessione di luglio-agosto erano andati via Castrovilli, Arthur, Maxime Lopez, Belotti, Faraoni, Bonaventura, Nzola, Milenkovic, Amrabat, Barak, Bianco e Amatucci in prestito, Duncan, Nico Gonzalez, Brekalo, Sabiri e Infantino. Una rosa intera, praticamente.
 
L’epurazione della vecchia guardia non ha fatto granché rumore. Gli ex capitani Biraghi a Quarta, d’altronde, non è che siano stati ceduti da un giorno all’altro, come Ikoné e Kouame, diventati via via sempre più alternative per Palladino. L’uscita di Sottil, invece, ha un po’ spiazzato, ma tant’è. Se le uscite non hanno provocato grandi malumori lo si deve in primis alla non partenza di Comuzzo, ma anche allo spessore dei calciatori arrivati in entrata. Pablo Marì ha delle ottime referenze, Fagioli andrà rimesso in moto dopo gli ultimi mesi difficili, Ndour vuol dire futuro, Folorunsho ha subito avuto un ottimo impatto, Zaniolo divide, sì, ma al tempo stesso intriga.
 
Non va dimenticato, inoltre, lo spessore delle squadre di provenienza. Partendo dall’estate, De Gea, svincolato ma con anni passati allo United, Adli dal Milan, Bove dalla Roma, Cataldi dalla Lazio, Kean dalla Juventus, Gosens, più calciatori che venivano da un’annata super come Gudmundsson, Pongracic e Colpani, o comunque importante come Richardson. A gennaio sono arrivati Zaniolo dall’Atalanta via Galatasaray, Fagioli dalla Juve, Folorunsho dal Napoli, Ndour dal Besiktas via Psg, più Valentini dal Boca che andrà a giocare a Verona e lo stesso Marì, un fedelissimo di Palladino.
 
Insomma, una rivoluzione quasi totale. Fin qui i risultati hanno detto che il restyling della Fiorentina ha funzionato. Gli innesti di gennaio potrebbero ulteriormente far avanzare le ‘ambizioni’ di questa squadra.

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