"Purtroppo sì", i rigurgiti di fascismo e nazismo stanno diventando sempre più diffusi nel mondo "e ci fa star male, soprattutto perché ci sono troppi bambini che ci lasciano e per me è un grande dolore di qualsiasi colore e fede essi siano". Lo ha detto Tatiana Bucci a margine della cerimonia di consegna della medaglia del centenario dell'Università di Firenze per il Giorno della Memoria.
"Credo che molte cose ritornino ma non nello stesso modo - ha aggiunto - in un altro modo. Stiamo vivendo un brutto periodo tra guerre di qua e di là, non si sa più dove guardare. Questo rigurgito di antisemitismo a noi fa male".
Anche la sorella Andra Bucci ha evidenziato che "il mondo sta andando tutto a destra, non riesco a capire cosa ha nella testa la gente, perché non è soltanto l'Italia che va a destra, sono tutti che vanno a destra, dall'Austria, alla Germania, all'America. Non lo capisco, hanno la memoria corta, non ricordano niente, è per questo che dico che dovrebbero studiare, vedere quello che è successo. Io non penso che succederà un'altra Shoah - ha concluso - questa è stata una cosa unica ma devono stare attenti, mai abbassare le armi".
"Per me è particolarmente emozionante essere qui per ricordare il Giorno della Memoria - ha detto ancora Tatiana Bucci in occasione della consegna della medaglia -. Veniamo a Firenze dal 2004 e questa città è sempre stata in cima alla nostra lista. Ho troppi ricordi di Birkenau, il primo probabilmente è di mio cugino Sergio e di altri bambini, e poi se chiudo gli occhi vedo uno dei camini che sputa fiamme e fumo".
La speranza di Tatiana Bucci è che "il mondo rinsavisca e che capisca che con le guerre non risolviamo niente. Ai giovani diciamo che è giusto ricordare e quel che è avvenuto non va mai dimenticato quel che è stato".
La sorella Andra si è soffermata sull'uscita dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkeanau: "Ricordo che tutto era diverso ed in particolare ricordo un soldato russo che era seduto sul cofano della sua macchina e che aveva una tavoletta sulle ginocchia che gli era utile per tagliare il salame ed usava un coltellino a serramanico. Ricordo che eravamo pochi bambini intorno alla sua jeep e ci dava il salame. Non tantissimi anni fa mia sorella mi ha detto nel corso di un incontro con i ragazzi che per me la fine della guerra era una fetta di salame, ed effettivamente è così".
Per la rettrice Alessandra Petrucci "la storia di Andra e Tatiana Bucci rispecchia quello che fu l'orrore delle deportazioni in Italia. Le loro parole evocano la tragedia che si consumò nei campi di concentramento, affinché non sia mai dimenticata".
L'assessore regionale Alessandra Nardini ha detto che "quest'anno celebriamo l'80esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, mentre assistiamo a pericolosi rigurgiti nazifascisti che non vanno sottovalutati".
"Credo che molte cose ritornino ma non nello stesso modo - ha aggiunto - in un altro modo. Stiamo vivendo un brutto periodo tra guerre di qua e di là, non si sa più dove guardare. Questo rigurgito di antisemitismo a noi fa male".
Anche la sorella Andra Bucci ha evidenziato che "il mondo sta andando tutto a destra, non riesco a capire cosa ha nella testa la gente, perché non è soltanto l'Italia che va a destra, sono tutti che vanno a destra, dall'Austria, alla Germania, all'America. Non lo capisco, hanno la memoria corta, non ricordano niente, è per questo che dico che dovrebbero studiare, vedere quello che è successo. Io non penso che succederà un'altra Shoah - ha concluso - questa è stata una cosa unica ma devono stare attenti, mai abbassare le armi".
"Per me è particolarmente emozionante essere qui per ricordare il Giorno della Memoria - ha detto ancora Tatiana Bucci in occasione della consegna della medaglia -. Veniamo a Firenze dal 2004 e questa città è sempre stata in cima alla nostra lista. Ho troppi ricordi di Birkenau, il primo probabilmente è di mio cugino Sergio e di altri bambini, e poi se chiudo gli occhi vedo uno dei camini che sputa fiamme e fumo".
La speranza di Tatiana Bucci è che "il mondo rinsavisca e che capisca che con le guerre non risolviamo niente. Ai giovani diciamo che è giusto ricordare e quel che è avvenuto non va mai dimenticato quel che è stato".
La sorella Andra si è soffermata sull'uscita dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkeanau: "Ricordo che tutto era diverso ed in particolare ricordo un soldato russo che era seduto sul cofano della sua macchina e che aveva una tavoletta sulle ginocchia che gli era utile per tagliare il salame ed usava un coltellino a serramanico. Ricordo che eravamo pochi bambini intorno alla sua jeep e ci dava il salame. Non tantissimi anni fa mia sorella mi ha detto nel corso di un incontro con i ragazzi che per me la fine della guerra era una fetta di salame, ed effettivamente è così".
Per la rettrice Alessandra Petrucci "la storia di Andra e Tatiana Bucci rispecchia quello che fu l'orrore delle deportazioni in Italia. Le loro parole evocano la tragedia che si consumò nei campi di concentramento, affinché non sia mai dimenticata".
L'assessore regionale Alessandra Nardini ha detto che "quest'anno celebriamo l'80esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, mentre assistiamo a pericolosi rigurgiti nazifascisti che non vanno sottovalutati".
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