“Il calo della popolazione nel centro storico di Firenze è iniziato ben prima dell’arrivo delle locazioni brevi”.
A dirlo è Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di Apartments Florence, commentando l’inchiesta dell’Istituto Freni sulla residenza a Firenze.
“Le cause profonde dello spopolamento del centro - sottolinea Fagnoni - vanno ricercate in elementi ben precedenti all’espansione del mercato degli affitti brevi: la ZTL con la chiusura totale al traffico, l’assenza di ascensori nei palazzi storici, la mancanza di parcheggi, il decentramento di servizi come università, tribunali, banche e uffici".
“Negli anni — prosegue Fagnoni — la domanda di residenza da parte dei fiorentini nel centro Unesco è diminuita, mentre cresceva quella di stranieri e residenti temporanei. Due tendenze che si sono incontrate, colmando un vuoto e ridefinendo la funzione abitativa del centro storico”.
“In questo scenario – spiega il presidente di Property Managers Italia - le locazioni brevi e temporanee hanno rappresentato un’opportunità: i proprietari, grazie a maggiori guadagni e minori rischi rispetto alla morosità degli affitti lunghi, hanno investito nel patrimonio immobiliare: ristrutturazioni, efficientamento energetico, riqualificazione estetica e funzionale”.
“Senza questa spinta — dice Fagnoni — Firenze avrebbe rischiato la fine di tanti borghi storici italiani: bellissimi ma fermi nel tempo, svuotati e non più abitabili. Invece oggi il centro storico è tornato desiderabile per studenti, professionisti, expat e viaggiatori di lungo termine. Come accade a Manhattan o a Soho: spazi vissuti in modo transitorio, senza auto, spesso senza famiglia”.
“La sfida vera — conclude Fagnoni — è costruire una città policentrica, accogliente e funzionale in tutte le sue zone. Per chi cerca una vita più stabile, con scuole, parcheggi, servizi e tranquillità, le aree immediatamente fuori dal centro sono perfette. Ed è lì che molti fiorentini scelgono di vivere”.
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