La piccola statua del Satiro, raffigurato mentre si guarda e si tocca la coda, sarà esposta dall’1 aprile al 31 maggio nelle sale museali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ne ha curato il restauro. L’iniziativa fa parte della rassegna Caring for Art. Restauri in mostra, promossa dall’Opificio per far conoscere il lavoro dei suoi undici settori di restauro attraverso l’esposizione di opere restaurate prima del loro rientro nelle collezioni di appartenenza. La scultura è giunta nei laboratori dell’Opificio nel dicembre del 2019.
Il Satiro dell’Archeologico fiorentino è considerato una delle migliori repliche di età romana imperiale di un originale ellenistico probabilmente in bronzo, caratterizzato da un complesso movimento vorticoso. Studi precedenti avevano già evidenziato che l’opera è frutto di un restauro integrativo tardo-cinquecentesco, che ha completato le due sole porzioni antiche: la testa e il tronco. Grazie alle recenti indagini petrografiche, è stato possibile identificare con precisione le aggiunte moderne e confermare che le due parti originali provengono in realtà da due statue differenti.
Le ricerche archivistiche hanno inoltre permesso di ricostruire la storia della statuetta e accertarne la provenienza dalla collezione di Niccolò Gaddi, esponente delle istituzioni fiorentine vicino a Francesco I e Ferdinando I de’ Medici, per i quali trattò vari acquisti di antichità a Roma.
"Grazie alla visione ravvicinata, il pubblico del museo potrà comprendere appieno la raffinata idea compositiva della statua, cogliendo il movimento rotatorio fatto di contrapposti – spiega Emanuela Daffra, soprintendente dell’Opificio – e potrà anche apprezzare la maestria esecutiva delle parti originali, come la mano infantile che poggia delicatamente sul fianco. L’osservazione sarà accompagnata da alcune anticipazioni sulle numerose novità emerse durante il restauro".
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