Lorenzo Tombelli, presidente di ANED Firenze, ha preso posizione circa le parole della ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, che ieri ha definito i viaggi della memoria “gite”.
“Le dichiarazioni della ministra Eugenia Roccella sulle visite ad Auschwitz sono gravissime – ha scritto Tombelli in una nota - Definire questi percorsi della memoria “gite ideologiche” significa ridicolizzare e screditare decenni di impegno portato avanti da sopravvissuti, familiari, insegnanti e volontari, che ogni anno accompagnano migliaia di studenti nei luoghi dello sterminio. Non si tratta di “viaggi organizzati”. Sono pellegrinaggi laici, esperienze profonde, costruite con serietà e consapevolezza, perché la memoria della deportazione non è un simbolo da brandire, ma un’eredità da comprendere”.
“Chi ne parla con sufficienza o fastidio dimostra non solo una grave ignoranza storica, ma anche una povertà politica incompatibile con il ruolo istituzionale che ricopre. Ringraziamo la senatrice Liliana Segre per aver ricordato che «la memoria della verità storica fa male solo a chi ha scheletri nell’armadio». Un richiamo che riguarda tutti coloro che oggi, al governo, mostrano insofferenza verso la memoria antifascista, perché essa svela una storia che molti preferirebbero cancellare” prosegue.
Infine, il richiamo alla responsabilità istituzionale e all’intervento direttamente da parte del Governo: “Chi siede in un governo della Repubblica nata dalla Resistenza ha il dovere di rispettarne i valori fondativi. Quando li disconosce pubblicamente, come ha fatto la ministra Roccella, non solo delegittima sé stessa, ma indebolisce l’intera credibilità delle Istituzioni.
Ci chiediamo con serietà se possa ancora rappresentare degnamente questo Paese chi considera la memoria della deportazione un fastidio ideologico e attendiamo dai vertici del Governo una chiara presa di distanza. Tacere significherebbe essere corresponsabili.”
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