Non sarà la motosega agitata dal presidente argentino Javier Milei, ma anche l’azione dell’amministrazione Trump sugli uffici pubblici è drastica.
E, come riporta questa mattina La nazione, in qualche modo arriva a coinvolgere anche Firenze. Sì perché il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato che il dipartimento di Stato procederà ad una vera e propria riorganizzazione delle proprie sedi e dei propri uffici: tradotto, verranno tagliate moltissime sedi diplomatiche e ambasciate.
E tra queste ci sarà anche il consolato americano di lungarno Amerigo Vespucci, aperto fin dal 1949 e punto di riferimento per la nutrita comunità americana in Toscana e di parte dell’Emilia-Romagna e San Marino.
Alle origini della decisione dell’amministrazione Trump ci sarebbe il mancato ritorno economico e diplomatico delle molte sedi consolari aperte dagli Stati Uniti, che secondo il segretario Rubio non avrebbero garantito alcun ritorno ai contribuenti americani nel corso del tempo, diventando, in sostanza, solo un’articolazione burocratica e un peso economico.
Certo è, osserva il quotidiano, che la chiusura di una sede storica ed importante come quella Firenze sarà certamente un colpo per i cittadini Usa: nel territorio di sua competenza, riporta La Nazione, vivono 85mila americani, ci sono 18 università americane e la popolazione studentesca arriva a 18mila unità. Oltre che, è bene ricordarlo, diverse importanti aziende che operano sul territorio.
E, come riporta questa mattina La nazione, in qualche modo arriva a coinvolgere anche Firenze. Sì perché il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato che il dipartimento di Stato procederà ad una vera e propria riorganizzazione delle proprie sedi e dei propri uffici: tradotto, verranno tagliate moltissime sedi diplomatiche e ambasciate.
E tra queste ci sarà anche il consolato americano di lungarno Amerigo Vespucci, aperto fin dal 1949 e punto di riferimento per la nutrita comunità americana in Toscana e di parte dell’Emilia-Romagna e San Marino.
Alle origini della decisione dell’amministrazione Trump ci sarebbe il mancato ritorno economico e diplomatico delle molte sedi consolari aperte dagli Stati Uniti, che secondo il segretario Rubio non avrebbero garantito alcun ritorno ai contribuenti americani nel corso del tempo, diventando, in sostanza, solo un’articolazione burocratica e un peso economico.
Certo è, osserva il quotidiano, che la chiusura di una sede storica ed importante come quella Firenze sarà certamente un colpo per i cittadini Usa: nel territorio di sua competenza, riporta La Nazione, vivono 85mila americani, ci sono 18 università americane e la popolazione studentesca arriva a 18mila unità. Oltre che, è bene ricordarlo, diverse importanti aziende che operano sul territorio.
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