La Trattoria 4 Leoni a Firenze si trasforma in una galleria d'arte. Dal 7 marzo parte 'Fotografia-Tracce fiorentine', un racconto visivo attraverso lo sguardo di sei fotografi, di generazioni diverse, legati a Firenze per nascita o per formazione: Franco Cammarata, Lorenzo Bojola, Massimo D'Amato, Lapo Pecchioli, Gianluca Sgherri e Mario Strippini. Sono sei mostre personali, della durata di due mesi ciascuna, che si susseguiranno nell'arco di un anno intero, per esplorare come la luce, le geometrie e i paesaggi del territorio, le architetture e l'assetto urbano, abbiano influenzato lo sguardo degli autori.
La mostra è curata dalla storica dell'arte e della fotografia Anna Maria Amonaci e nasce per volontà del titolare del locale, Stefano Di Puccio. Inizia il 7 marzo Cammarata: il fotografo presenta una selezione di scatti che celebrano la bellezza senza tempo dei paesaggi urbani e naturali di diversi luoghi. Dal 6 maggio ci sarà spazio per Bojola, a seguire D'Amato (dall'8 luglio), Pecchioli (dal 10 settembre), Sgherri (dal 5 novembre) e Strippini (dal 14 gennaio 2026).
"Stavo pensando a questa mostra da diverso tempo - ha spiegato Amonaci -. Io sono storica dell'arte: studiando è venuto fuori che la tradizione artistica italiana si costruisce sull'idea dell'esistenza delle scuole pittoriche. Questo lo dice il Vasari. La scuola pittorica fiorentina ha il segno del disegno. Io questo pensiero l'ho portato avanti. Occupandomi di fotografia ho trovato la stessa cosa. Per la fotografia la peculiarità fiorentina è data da uno sguardo che ricerca in maniera quasi ossessiva una saldezza geometrica".
Di Puccio ha sottolineato la volontà di "esporre l'arte nei luoghi in cui viviamo abitualmente, senza nessuna presunzione di elevarsi a intellettuale. Io ho il pallino della fotografia, ammiro quel mondo, mi piace condividerla e proporla".
La mostra è curata dalla storica dell'arte e della fotografia Anna Maria Amonaci e nasce per volontà del titolare del locale, Stefano Di Puccio. Inizia il 7 marzo Cammarata: il fotografo presenta una selezione di scatti che celebrano la bellezza senza tempo dei paesaggi urbani e naturali di diversi luoghi. Dal 6 maggio ci sarà spazio per Bojola, a seguire D'Amato (dall'8 luglio), Pecchioli (dal 10 settembre), Sgherri (dal 5 novembre) e Strippini (dal 14 gennaio 2026).
"Stavo pensando a questa mostra da diverso tempo - ha spiegato Amonaci -. Io sono storica dell'arte: studiando è venuto fuori che la tradizione artistica italiana si costruisce sull'idea dell'esistenza delle scuole pittoriche. Questo lo dice il Vasari. La scuola pittorica fiorentina ha il segno del disegno. Io questo pensiero l'ho portato avanti. Occupandomi di fotografia ho trovato la stessa cosa. Per la fotografia la peculiarità fiorentina è data da uno sguardo che ricerca in maniera quasi ossessiva una saldezza geometrica".
Di Puccio ha sottolineato la volontà di "esporre l'arte nei luoghi in cui viviamo abitualmente, senza nessuna presunzione di elevarsi a intellettuale. Io ho il pallino della fotografia, ammiro quel mondo, mi piace condividerla e proporla".
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