Da dicembre ad oggi, la Fiorentina di Palladino continua a fare una fatica enorme contro tutti. Che di fronte ci sia il peggior attacco o la peggior difesa della Serie A, come rispettivamente erano Lecce e Verona, squadre derelitte e allo sbando come il Monza, un modesto Panathinaikos o chicchessia, al netto di chi c’è e chi non c’è in campo, in panchina o in infermeria, il trend delle gare dei viola è più o meno sempre lo stesso. Può cambiare il risultato, chi si macchia di errori più o meno determinanti e chi toglie le proverbiali castagne dal fuoco, ma problemi e difficoltà sono sempre gli stessi. E le soluzioni? Non si intravedono, almeno fino ad ora. La sensazione è che possa andare avanti così fino al termine di questa stagione, salvo improvvise strambate, come quella che avvenne all’intervallo di Fiorentina-Lazio quando Palladino stravolse tutto riuscendo a trovare la quadra dopo una serie di partite che somigliano maledettamente a quelle che si stanno ripetendo negli ultimi tre mesi.
Certo ‘San’ De Gea o ‘San’ Kean potrebbero tornare a fare miracoli, Gudmundsson potrebbe ingranare e la Fiorentina ripartirebbe. Perché la storia del calcio insegna che è quasi impossibile riuscire a dare un'identità di gioco e idee ad una squadra dall'oggi al domani, a maggior ragione a stagione in corso, tra l’altro nel momento cruciale con impegni decisivi uno dietro l’altro. Perciò la Fiorentina dei prossimi mesi sarà più o meno la stessa di questi ultimi. Ma la Dea Eupalla non è prevedibile. Da un giorno all'altro può mollarti, come nel caso di Guardiola, dare una mano a chi ha meno idee, dogmi e teoria, ma bada più alla pratica. Di storie ce ne sono infinite, come quando il Chelsea vinse quella Champions con Di Matteo a suon di catenacci o quando Mourinho vinse il triplete con Eto’o terzino.
Perciò, ribaltare il Panathinaikos e fare 12 punti nei prossimi 4 big match con Napoli, Juventus, Atalanta e Milan sarà difficile, certo, ma non impossibile. Come niente lo è, perfino vincere un Gran Premio di Formula 1 con una utilitaria perché tutti gli altri escono di pista o rompono. Forse sarebbe un po’ ingeneroso dipingere la Fiorentina attuale così, perché in fondo la rosa a disposizione di Palladino sembra avere dei valori importanti. Ma poi, le idee in campo sono quelle che sono, la squadra fatica a giocare più di qualche minuto per tempo, non riesce a gestire ed ha una tremenda paura di sbagliare, tanto che se fa un gol, anche contro un Torino in dieci o in casa col Lecce, si mette tutta dietro, e con tutta intendiamo proprio tutta, e spera. E a volte va bene. Ma quanto può durare? In teoria anche per sempre. Ma anche no. All’orizzonte, dunque, si prospettano altri 3 mesi di sofferenza per questa Fiorentina e per chi la tifa, che non vuol dire priva di soddisfazioni. In fondo la Dea Eupalla non sempre aiuta i più meritevoli o gli audaci.
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