'Furono i fiorentini, uomini e donne, protagonisti di quella liberazione'

"Nei giorni in cui si celebra la Liberazione di Firenze, vale la pena di ricordare, per tutte, la straordinaria figura di Maria Luigia Guaita che, all'alba dell'11 agosto 1944, corre a Palazzo Vecchio per avvertire di far suonare la Martinella e di issare il tricolore sulla Torre d'Arnolfo". Lo ha affermato Vannino Chiti, presidente dell'Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea, secondo cui è giusto "dedicare momenti di approfondimento e divulgazione al ruolo di tutti, in particolare al decisivo, e non abbastanza valorizzato, contributo delle donne alla guerra di Liberazione".
    
Per Chiti, l'80/o anniversario della Liberazione di Firenze, l'11 agosto, "è come allora un'occasione per fare festa e per ricordare che furono i fiorentini, le donne e gli uomini insieme alle forze partigiane, i fieri protagonisti di quella Liberazione che nacque, prima di tutto, dalla volontà di un popolo stremato dalla peggiore dittatura e da una feroce guerra. Firenze è stata un modello nell'Italia che affrontava la guerra di liberazione, fu l'unica città dove, con grande dignità, le forze antifasciste riuscirono a far insediare in autonomia un governo locale".

     
"Il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, preso il comando della città e insediatosi a Palazzo Medici Riccardi, nominò il sindaco, Gaetano Pieraccini, medico socialista, con i vicesindaci Mario Fabiani, comunista, e Adone Zoli, democristiano. Tutti galantuomini - conclude Chiti - che si erano spesi per la libertà". 
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