Roberto Tegas, Presidente regionale e provinciale di Confartigianato Trasporti, interviene nel dibattito: “Noi vitali per l'economia del Centro, subiamo i disservizi. Nuovi strumenti? Aiutare chi lavora nelle regole”

Nel dibattito su Ztl e sul carico e scarico si inserisce la voce degli autotrasportatori fiorentini. “È bene che finalmente la Ztl e la sua logistica siano al centro di un tavolo di lavoro promosso dal Comune di Firenze”: a dirlo è Roberto Tegas, Presidente regionale e provinciale Confartigianato Trasporto.

“Si tratta di una di quelle priorità che portiamo avanti da anni, tanto da averla indicata ai candidati sindaco e subito alla nuova amministrazione.
Accogliamo quindi in maniera molto favorevole le parole della Sindaca, ma sia chiaro che, come autotrasportatori e artigiani, ma – precisa Tegas – non ci stiamo a essere il capro espiatorio della situazione in cui versa, attualmente, il traffico nell’area Unesco”.

“La Ztl – spiega Tegas – è regolata da un disciplinare vecchio di quasi 15 anni, non più in linea con i cambiamenti del tessuto sociale ed economico”. “Come autotrasportatori, siamo piuttosto vittime di questa situazione – è la posizione del presidente della categoria -. I disservizi li subiamo, non li causiamo. Ogni giorno
siamo noi ad alimentare l’economia del Centro e siamo i primi a volere una Ztl pulita e libera, in cui poter svolgere il nostro lavoro che è essenziale per l’economia cittadina”.

Tegas vuole poi ribaltare una delle opinioni comuni: “Quando i cittadini vedono un furgone in doppia fila, questo non sta causando la sosta selvaggia, semmai la sta subendo. Noi stiamo lavorando e il nostro lavoro è fondamentale per le attività dell’Area Unesco e per tutti quelli che la abitano, la vivono o ci lavorano”.

“La Sindaca – ricorda ancora Tegas – ha parlato di
strumenti ulteriori e innovativi per gestire la logistica della Ztl; se questi strumenti serviranno a intercettare chi lavora fuori dalle regole o elude la normativa e a facilitare chi lavora correttamente, saremo i primi a supportarli, ma non siamo disponibili a soluzioni che colpiscono nel mucchio, senza risolvere il nodo strutturale. Che è evidente”
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