Le indagini per risalire all’identità della persona, o delle persone, che nel pomeriggio di sabato 18 gennaio hanno aggredito e accoltellato un giovane ragazzo di diciotto anni, di origine straniera, si stanno stringendo attorno ad un gruppo di persone ospitate presso il Cas di viale Corsica “L’orologio”.
Secondo quanto riportato questa mattina da La Nazione, al gruppo potrebbe essere contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale per aver lanciato pietre contro gli agenti della Municipale intervenuti per sedare la rissa. Ma oltre a questo, scrive il quotidiano, il gruppo potrebbe essere lo stesso che ha assalito e pugnalato al torace il giovane tunisino.
La situazione al Cas di viale Corsica è molto tesa da tempo, con ostilità sempre più violente tra il gruppo ospitato nella struttura e cinque o sei persone, maggiorenni, che vi gravitano intorno. Gli stessi addetti del Cas hanno raccontato a La Nazione di essere costretti a chiamare spesso le forze dell’ordine perché gli estranei riescono a intrufolarsi all’interno del perimetro della struttura.
“Dobbiamo fare un lavoro sulla vulnerabilità” ha commentato l’assessore comunale al welfare Nicola Paulesu “perchè si tratta di ragazzi che sono passati per percorsi difficili. Per questo dobbiamo costruire dei percorsi sociosanitari”.
“Qualora ci siano dei minorenni problematici dobbiamo pensare a delle soluzioni per cercare di intervenire. Ad oggi il problema è circoscritto perché in città ci sono circa 500 minori non accompagnati, tra i quali la maggior parte non rientra tra le situazioni difficili” ha commentato la sindaca di Firenze Sara Funaro.
Secondo quanto riportato questa mattina da La Nazione, al gruppo potrebbe essere contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale per aver lanciato pietre contro gli agenti della Municipale intervenuti per sedare la rissa. Ma oltre a questo, scrive il quotidiano, il gruppo potrebbe essere lo stesso che ha assalito e pugnalato al torace il giovane tunisino.
La situazione al Cas di viale Corsica è molto tesa da tempo, con ostilità sempre più violente tra il gruppo ospitato nella struttura e cinque o sei persone, maggiorenni, che vi gravitano intorno. Gli stessi addetti del Cas hanno raccontato a La Nazione di essere costretti a chiamare spesso le forze dell’ordine perché gli estranei riescono a intrufolarsi all’interno del perimetro della struttura.
“Dobbiamo fare un lavoro sulla vulnerabilità” ha commentato l’assessore comunale al welfare Nicola Paulesu “perchè si tratta di ragazzi che sono passati per percorsi difficili. Per questo dobbiamo costruire dei percorsi sociosanitari”.
“Qualora ci siano dei minorenni problematici dobbiamo pensare a delle soluzioni per cercare di intervenire. Ad oggi il problema è circoscritto perché in città ci sono circa 500 minori non accompagnati, tra i quali la maggior parte non rientra tra le situazioni difficili” ha commentato la sindaca di Firenze Sara Funaro.
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