Cambiamenti climatici, sprechi e turismo rischiano di mettere in difficoltà la regione

Entro il 2030 l'acqua potrebbe diventare un problema per una parte della Toscana. Ne scrive questa mattina Repubblica Firenze.

Gli effetti del cambiamento climatico, in primis la desertificazione e la sempre minore disponibilità di acqua, stanno colpendo duramente un po' ovunque, e la regione non è esente: per rimanere in Toscana "le zone del grossetano e della costa: non solo perché è l'area dal punto di vista climatico più arida rispetto alle altre, ma anche perché c'è una pressione dal punto di vista dell'agricoltura, della pressione dell'acqua" dice Ramona Magno, ricercatrice del CNR (ovvero il consiglio nazionale delle ricerche) e responsabile dell'osservatorio siccità e ospite del quinto convegno annuale Aissa #under40 presso il Campus di Novoli, per le celebrazioni dei 110 anni di storia della scuola di Agraria.

Nonostante questa estate le autorità siano riuscite a scongiurare il rischio di penuria di acqua, la minaccia che in futuro la regione possa dover fare i conti con una crisi idrica è concreto. Come spiegato da Magno, infatti, "andremo verso un futuro in cui ce ne sarà sempre meno: non solo perché le piogge stanno cadendo in maniera diversa, ma pure perché la usiamo male. Ci sono sprechi e perdite: va ricordato che non è una risorsa infinita": un futuro nel quale, come riporta Repubblica Firenze,potrebbero essere messi in crisi interi settori agricoli, come la produzione di mais o quella di riso nel grossetano, e in generale tutte quelle che richiedono molta acqua.

Non solo la diminuzione delle precipitazioni e le perdite dei sistemi di approvvigionamento, ma anche l'aumento importante dei prelievi in periodi di turismo più sostenuto rappresenta una minaccia alle riserve d'acqua. Interpellata sulle possibili soluzioni, Magno ne propone diverse: "cominciare a pensare al riuso delle acque ed intensificare il riutilizzo delle acque reflue depurate per l'agricoltura e l'industria" e seguire "l'esempio dei paesi del nord dove si cerca di accumulare l'acqua quando piove" per averla a disposizione in periodi più caldi".

Non solo, anche "incentivare l'uso dei mezzi pubblici" e "ridurre le perdite nelle reti idriche" possono essere utili strumenti per ridurre il rischio che, un domani, la Toscana, o almeno una sua parte, possa trovarsi a dover fare i conti con la mancanza di acqua."
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies