Cinque uomini sono stati arrestati dalla polizia in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare con le accuse di rapina aggravata e tentativo di estorsione: per la procura pratese che ha coordinato le indagini della squadra mobile sarebbero responsabili di aggressioni oltre che di minacce di morte nei confronti di un italiano residente a Prato per un debito di 70.000 euro, per una partita di 20 chili di hashish, nei confronti di fornitori residenti in Spagna. Atti intimidatori sarebbe stati rivolti anche verso la madre e la sorella della vittima. Gli arrestati, accusati in concorso e che avrebbe avuto ruoli diversi, sono due italiani di 27 e 30 anni e tre nordafricani, età 22 e 24 anni. Le misure sono state eseguite nelle province di Prato, Pistoia e Lucca.
Due le aggressioni, avvenute tra il 13 e il 15 febbraio scorsi. Un primo agguato sarebbe stato teso alla vittima in via Anzio a Prato dai tre magrebini: l'uomo, che viaggiava in auto, sarebbe stato costretto a fermarsi e a uscire dalla sua Mini Cooper e poi colpito con calci e pugni al fine di indurlo a pagare il debito.
"L'evento non si verificava - spiega una nota del procuratore di Prato Luca Tescaroli - a seguito della veemente reazione della persona offesa che estraeva un'arma da fuoco, tipo scacciacani e un coltello per difendersi". Due giorni dopo gli indagati e altre persone, a volto coperto, avrebbero fatto fatto irruzione nella casa dell'uomo sfondando la porta dell'appartamento, minacciando di morte "gli occupanti con un'arma da fuoco e, tenendo sotto tiro la vittima, la aggredivano violentemente con calci e pugni". In questa occasione gli aggressori avrebbero portato via all'uomo un orologio del valore di 500 euro, un pc e contanti.
Alle indagini hanno collaborato anche la squadra mobile di Pistoia e Lucca, nonché il reparto prevenzione crimine di Firenze.
Due le aggressioni, avvenute tra il 13 e il 15 febbraio scorsi. Un primo agguato sarebbe stato teso alla vittima in via Anzio a Prato dai tre magrebini: l'uomo, che viaggiava in auto, sarebbe stato costretto a fermarsi e a uscire dalla sua Mini Cooper e poi colpito con calci e pugni al fine di indurlo a pagare il debito.
"L'evento non si verificava - spiega una nota del procuratore di Prato Luca Tescaroli - a seguito della veemente reazione della persona offesa che estraeva un'arma da fuoco, tipo scacciacani e un coltello per difendersi". Due giorni dopo gli indagati e altre persone, a volto coperto, avrebbero fatto fatto irruzione nella casa dell'uomo sfondando la porta dell'appartamento, minacciando di morte "gli occupanti con un'arma da fuoco e, tenendo sotto tiro la vittima, la aggredivano violentemente con calci e pugni". In questa occasione gli aggressori avrebbero portato via all'uomo un orologio del valore di 500 euro, un pc e contanti.
Alle indagini hanno collaborato anche la squadra mobile di Pistoia e Lucca, nonché il reparto prevenzione crimine di Firenze.
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