Solo pari col Venezia per la Fiorentina. Serve sùbito una scossa

La Fiorentina esce dal Franchi con un altro deludente pareggio. Dopo l’1-1 col Parma e il 3-3 col Puskas arriva lo 0-0 col Venezia. Poco male, è calcio d’agosto. C’è tempo per recuperare i punti lasciati tra la sfida del Tardini e quella coi lagunari, mentre non c’è tempo per rimediare all’harakiri di giovedì scorso con gli ungheresi. Giovedì, infatti, o la Fiorentina passa il turno accedendo ai gironi di Conference League oppure…meglio non pensarci.
 
Intanto, dopo 270’ di gare ufficiali e un mese e mezzo di lavoro da inizio ritiro, questa Fiorentina non sembra avere ancora niente dell’identità di una squadra di Palladino. O meglio, niente identità di squadra (e basta). Sarà per il mercato ancora aperto, perché la rosa è ancora (ampiamente) da rifinire o per i carichi di lavoro che, a detta di Palladino e dei calciatori, sono stati importanti in ritiro, ma questa Fiorentina ha fornito sin qui tre prestazioni assai deludenti, a sprazzi imbarazzanti come in parte del match col Parma e col Puskas.

E se col Venezia era lecito attendersi dei progressi, a parte qualche fiammata di qualche singolo e qualche buona parata di Joronen, anche con la squadra di Di Francesco si è visto poco e nulla. Di alibi, ovviamente, ce ne sono a migliaia, tra cui il fatto che Palladino sia alla prima esperienza in una piazza importante come quella di Firenze e alla prima esperienza che si articola sul triplice impegno, ma in Ungheria giovedì e col Monza domenica non possono arrivare altri passi falsi. Si può anche sbagliare 20 occasioni a partita, prendere pali, traverse e non vincere le partite. Fin qui, invece, si è vista una brutta Fiorentina, che non può certo uscire dal Franchi tra gli applausi e le ovazioni.
 
Oltre ad un’identità che sembra ancora lontanissima dall’essere trovata, c’è quel tormentone legato alla forte ambizione che è destinato a risuonare ancora e ancora. Col Venezia anche il tifo organizzato si è esposto. D’altronde l’ennesima cessione di un big alla Juventus, al netto di come la si pensi su qualità e rendimento di Nico Gonzalez, non poteva passare inosservata. E adesso? 

Se Palladino e la Fiorentina non possono assolutamente sbagliare le prossime due gare, la squadra mercato viola è chiamata a dare risposte. Coi fatti. Come? Prendendo un difensore forte, un centrocampista forte (in caso due), un vice Kean e un esterno d’attacco/trequartista. Inutile fare nomi. Il tempo delle idee e delle parole è terminato, così come sta per terminare la sessione di calciomercato. E fin qui la forte ambizione non si è vista (sperando che Gudmundsson faccia dimenticare presto Nico, che Colpani trovi un minimo di condizione fisica per diventare presentabile, che Pongracic non faccia disastri come a Parma e col Puskas, che Richardson diventi il nuovo  faro del gioco viola e che De Gea torni quello che era in Premier qualche anno fa).

L’occasione per renderla da parole a fatti c’è ancora. Dirigenza che facciamo? Mister che facciamo? Calciatori che facciamo? Già in queste ore sono attese novità, da Adli ad altri nomi, è l’ora di ‘quagliare’.
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