La violenta ondata di maltempo che ha colpito la Toscana, e in particolare il fiorentino, nelle ultime ore ha messo a durissima prova anche l’invaso artificiale di Bilancino.
Come spiegato da La Nazione, già nella serata di giovedì il Genio Civile ha deciso di innalzare al massimo la paratia in uscita a 252 metri sul livello del mare, il massimo che l’invaso può contenere, e già nella giornata di ieri l’acqua ha raggiunto la massima capienza dell’invaso (cioè 69 milioni di metri cubi).
Così è stato deciso di rilasciare lentamente l’acqua in eccesso nel Sieve, che è un affluente dell’Arno. Lo sversamento nel fiume non è stato però responsabile dell’esondazione del Sieve, che è stato ingrossato dalla piena dei suoi affluenti e del reticolo minore.
Il lago di Bilancino, spiega il quotidiano, serve proprio a mantenere stabili i livelli della Sieve, soprattutto per evitare che vada in secca durante l’estate: questa funzione che La Nazione definisce di “equilibrista” è stata fondamentale ieri nel senso opposto, per impedire cioè che enormi masse d’acqua potessero riversarsi nel fiume e travolgere le località attraversate dal corso d’acqua, e finire infine in Arno.
Come spiegato da La Nazione, già nella serata di giovedì il Genio Civile ha deciso di innalzare al massimo la paratia in uscita a 252 metri sul livello del mare, il massimo che l’invaso può contenere, e già nella giornata di ieri l’acqua ha raggiunto la massima capienza dell’invaso (cioè 69 milioni di metri cubi).
Così è stato deciso di rilasciare lentamente l’acqua in eccesso nel Sieve, che è un affluente dell’Arno. Lo sversamento nel fiume non è stato però responsabile dell’esondazione del Sieve, che è stato ingrossato dalla piena dei suoi affluenti e del reticolo minore.
Il lago di Bilancino, spiega il quotidiano, serve proprio a mantenere stabili i livelli della Sieve, soprattutto per evitare che vada in secca durante l’estate: questa funzione che La Nazione definisce di “equilibrista” è stata fondamentale ieri nel senso opposto, per impedire cioè che enormi masse d’acqua potessero riversarsi nel fiume e travolgere le località attraversate dal corso d’acqua, e finire infine in Arno.
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