Va ai domiciliari l'imprenditore Ricardo Matteini Bresci, nessuna misura cautelare per la sindaca Ilaria Bugetti. Così ha deciso il gip Alessandro Moneti che, pur ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione a carico dei due indagati, riconoscendo tutti gli episodi contestati, ha accolto solo in parte le richieste della procura antimafia del capoluogo toscano. Lo rende noto la Procura di Firenze.
Il gip pur ritenendo che la sindaca di Prato si sia "uniformata alle richieste dell'imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso il medesimo a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni", ha rigettato la richiesta di misura avanzata dalla procura solo per "il venir meno delle esigenze cautelari in seguito alle dimissioni dell'indagata dalla carica di primo cittadino di Prato". Secondo il giudice, infatti, "sebbene le dimissioni saranno irrevocabili solo dopo il termine di 20 giorni previsto dal Testo unico degli enti locali, non può dubitarsi della serietà delle medesime".
Nei confronti del solo imprenditore Matteini Bresci, nell'applicare la misura, è stata riconosciuta la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, "affermando la tendenza dell'indagato a utilizzare le persone che ricoprono cariche pubbliche e che possono operare in suo favore piegando così ai suoi interessi la loro funzione".
Secondo il gip Alessandro Moneti, le dimissioni da sindaca di Prato di Ilaria Bugetti (Pd) "fanno venir meno il pericolo di reiterazione del reato" di corruzione "che sarebbe stato immanente se l'indagata avesse mantenuto la carica pubblica". Lo riporta la nota del procuratore di Firenze Filippo Spiezia rispetto alla decisione del gip di non dare la misura degli arresti domiciliari a Bugetti, così come avevano chiesto invece gli inquirenti fiorentini.
Per il giudice, riporta sempre Spiezia, il pericolo di reiterazione sarebbe stato immanente se Bugetti fosse rimasta in carica "avendo la stessa, per anni, adottato un comportamento penalmente rilevante".
Il gip pur ritenendo che la sindaca di Prato si sia "uniformata alle richieste dell'imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso il medesimo a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni", ha rigettato la richiesta di misura avanzata dalla procura solo per "il venir meno delle esigenze cautelari in seguito alle dimissioni dell'indagata dalla carica di primo cittadino di Prato". Secondo il giudice, infatti, "sebbene le dimissioni saranno irrevocabili solo dopo il termine di 20 giorni previsto dal Testo unico degli enti locali, non può dubitarsi della serietà delle medesime".
Nei confronti del solo imprenditore Matteini Bresci, nell'applicare la misura, è stata riconosciuta la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, "affermando la tendenza dell'indagato a utilizzare le persone che ricoprono cariche pubbliche e che possono operare in suo favore piegando così ai suoi interessi la loro funzione".
Secondo il gip Alessandro Moneti, le dimissioni da sindaca di Prato di Ilaria Bugetti (Pd) "fanno venir meno il pericolo di reiterazione del reato" di corruzione "che sarebbe stato immanente se l'indagata avesse mantenuto la carica pubblica". Lo riporta la nota del procuratore di Firenze Filippo Spiezia rispetto alla decisione del gip di non dare la misura degli arresti domiciliari a Bugetti, così come avevano chiesto invece gli inquirenti fiorentini.
Per il giudice, riporta sempre Spiezia, il pericolo di reiterazione sarebbe stato immanente se Bugetti fosse rimasta in carica "avendo la stessa, per anni, adottato un comportamento penalmente rilevante".
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