In corso trattative fra la società e le famiglie. Intanto la procura di Prato ottiene un incidente probatorio, in attesa dell’apertura del processo

Le famiglie delle persone rimaste uccise nell’esplosione del deposito Eni di Calenzano del 9 dicembre e le persone che nell’incidente rimasero ferite hanno ricevuto da Eni una lettera per intavolare delle trattative per ricevere un risarcimento dalla società.

A riportarlo è questa mattina La Nazione, che specifica che le trattative rimarranno riservate e che la stessa società si è attivata immediatamente dopo l’incidente per prendere contatto con parenti delle vittime e feriti e discutere dei risarcimenti, che verranno erogati indipendentemente dall’esito del processo.

Per quanto riguarda le famiglie delle vittime, il quotidiano riporta che la società fa sapere che saranno messe a disposizione azioni mirate come delle borse di studio per i figli, mentre prosegue la liquidazione dei danni ai danneggiati dall’esplosione di inizio novembre. Infine, sono state intavolate trattative anche con le persone rimaste ferite nell’incidente.

Sul fronte processuale, scrive ancora La Nazione, sono nove le persone indagate, di cui sette di Eni, mentre la procura di Prato ha chiesto e ottenuto un incidente probatorio che il gip ha fissato per il 9 maggio.

Secondo quanto raccolto dall’accusa nell’attività di indagine, dietro alla tragedia di Calenzano c’è stata una serie di negligenze, errori e sottovalutazioni: come scrive La Nazione, l’accusa mossa dalla procura è di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni personali e delitti colposi contro la salute pubblica.

Nell’incidente persero la vita Davide Baronti (49 anni), Gerardo Pepe (45 anni), Franco Cirelli (45 anni), Vincenzo Martinelli (51 anni) e Carmelo Corso (57 anni). Secondo quanto ricostruito, riepiloga il quotidiano, ad innescare l’esplosione sarebbe stato il motore di un carrello elevatore, ancora caldo al momento del disastro, quando erano in corso i lavori di manutenzione tra le linee 6 e 7: il carburante sarebbe fuoriuscito a causa della rimozione di una valvola collegata ad una linea di benzina in quel momento in pressione.
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