L'area resta sotto sequestro a causa del possibile inquinamento ambientale

Nell'ambito delle indagini sull'esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze), avvenuto il 9 dicembre scorso e costato la vita a cinque persone, la procura di Prato ha "conferito incarico di consulenza tecnica per individuare se l'evento e le condotte successive abbiano prodotto inquinamento ambientale. L'esigenza - si spiega in una nota diffusa dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli - è stata acuita dai verificati malfunzionamenti in seno all'impianto, che hanno comportato sversamenti di combustibile, come si è accertato attraverso sopralluoghi effettuati".
    
In particolare "si sta procedendo ad appurare la sussistenza della presenza di idrocarburi e di altre sostanze nocive nelle acque sotterranee e nelle aree circostanti al deposito, ivi compresi i canali di scolo, anche al fine di comprendere se sussistano responsabilità penali e se sia necessario effettuare una bonifica. Attività che implica la necessità imprescindibile del mantenimento del sequestro in atto. L'avvenuta cessazione delle operazioni di trasferimento di prodotto da e verso il deposito e delle attività commerciali in seno al deposito non ha diminuito la pericolosità del sito, permanendo sorgenti di rischio esterne, quali il rischio concreto da rottura (anche accidentale), il rischio sismico, il rischio meteorologico, geofisico, ceraunico (fulmini che cadono) e il rischio derivante da dissesti idrogeologici".

Nella nota la procura spiega come "uno degli obiettivi che l'ufficio si è prefissato, sin dal momento del disastro, generato dall'esplosione e conseguente incendio del 9 dicembre 2024, verificatisi nel deposito Eni di Calenzano, è costituito dalla messa in sicurezza dell'impianto, ove sono conservanti ingenti quantitativi di combustibile pari a circa 40.000 tonnellate. Un obiettivo strettamente correlato a quello dell'individuazione delle cause e delle eventuali responsabilità anche penali. Nel quadro dei complessi accertamenti in corso" è stata così disposta anche la consulenza su un'eventuale inquinamento ambientale.    

"Con l'esecuzione di un ulteriore provvedimento di perquisizione, ispezione e sequestro presso Eni - così ancora la nota - si è concluso il percorso funzionale ad acquisire tutta la documentazione idonea a effettuare le valutazioni in ordine all'individuazione delle cause del disastro, che ha comportato la morte di cinque persone e numerosi feriti, e alla individuazione di eventuali posizioni di garanzia con riferimento al disastro verificatosi".   

Proprio ieri la Regione Toscana ha reso noto che i due feriti più gravi, ricoverati in terapia intensiva al centro ustioni di Cisanello a Pisa, dopo due mesi circa di cure intensive, "hanno superato la fase acuta e stanno meglio. Uno di loro è già stato trasferito all'ospedale di Livorno, dove proseguirà le cure, e l'altro, non più in prognosi riservata, è stato trasferito all'ospedale di Potenza per iniziare un percorso di riabilitazione".
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