Vasta operazione nel carcere di Prato contro l'ingresso di telefoni cellulari e droga ai detenuti dei reparti Alta Sicurezza e Media Sicurezza, anche per reati mafiosi. L'inchiesta, coordinata dalla procura, fa emergere forme corruttive per quattro agenti penitenziari e anomali contatti tra altri quattro agenti e addetti alle pulizie.
Perquisiti 127 detenuti, di cui 27 sono indagati. Nonostante le limitazioni per l"'Alta Sicurezza" dove ci sono criminali di tipo mafioso con ruoli di capo, questi godevano di privilegi fra i quali la libertà di movimento nel reparto. Schierati 60 poliziotti in assetto antisommossa.
I telefonini e la droga entravano nel carcere di Prato in tanti modi diversi: attraverso i colloqui in plichi destinati ai detenuti, per posta, tramite personale in servizio nel carcere e gli stessi appartenenti alla polizia penitenziaria, alcuni ritenuti dalla procura a libro paga con compenso di alcune migliaia di euro. Inoltre, è successo che soggetti provenienti da Napoli hanno provveduto a lanciare palloni contenenti smartphone e cellulari, oppure usando fionde per superare il muro di cinta. I pacchetti erano recuperati dai detenuti o dai lavoranti che hanno maggiore libertà di spostamento nel carcere. Poi gli apparecchi venivano nascosti in doppifondi, nelle pentole, negli elettrodomestici, nei sanitari dei bagni, in buchi nei muri, sotto i wc, nello sportello di frigoriferi, in doppifondi nelle cartelline portadocumenti di plastica, nei piedi dei tavoli, addirittura, riferisce la nota degli inquirenti, sulla persona, nella cavità anale.
Viene interamente perquisito, con sequestri, il reparto di Alta Sicurezza dove ci sono 111 detenuti, parte dei quali ristretti per criminalità organizzata di stampo mafioso o camorristico. Tra questi ci sono 14 indagati, tutti italiani. Perquisiti anche larghi settori del reparto di Media Sicurezza, in particolare, gli spazi comuni e 16 detenuti ristretti, di cui 13 nella veste di indagati.
A parte i 27 detenuti indagati, per gli altri 100 reclusi perquisiti c'è l'ipotesi che abbiano beneficiato della disponibilità illegale di telefoni e droga.
Inoltre tre appartenenti alla polizia penitenziaria, tra i 29 e i 32 anni, sono indiziati del reato di corruzione. Altre 10 perquisizioni, a nove indagati e un soggetto terzo, sono state fatte nelle province di Prato (due), Napoli (due), Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia. Le schede telefoniche erano attivate con intestatari fittizi in negozi di telefonia di Roma e di Napoli. L'indagine è iniziata nel luglio 2024 ed ha portato finora al sequestro di 34 telefoni cellulari e due sim card.
Altri cinque telefonini illegalmente in possesso di detenuti sono stati scoperti e sequestrati nelle perquisizioni e nelle ispezioni odierne disposte dalla procura nel carcere di Prato. Grazie a apparati elettronici e unità cinofile, la polizia li ha scoperti nel reparto di Alta Sicurezza. Tre erano nella camera 25 in un televisore (uno smartphone, un mini smartphone e un micro L8star) più un router per collegarsi a Internet dal box dove i detenuti sono autorizzati a effettuare telefonate. Un altro telefono smartphone è stato lanciato dalla finestra dentro un calzino ed è atterrato in un’intercapedine. Sono state, inoltre, individuate cavità ricavate nelle pareti di alcune celle, scavate: poi i fori venivano via via richiusi con calce. Inoltre, nella sesta sezione del Reparto di Media Sicurezza, è stato trovato hashish in una cella e in un frigorifero nella diretta disponibilità di più detenuti.
Perquisiti 127 detenuti, di cui 27 sono indagati. Nonostante le limitazioni per l"'Alta Sicurezza" dove ci sono criminali di tipo mafioso con ruoli di capo, questi godevano di privilegi fra i quali la libertà di movimento nel reparto. Schierati 60 poliziotti in assetto antisommossa.
I telefonini e la droga entravano nel carcere di Prato in tanti modi diversi: attraverso i colloqui in plichi destinati ai detenuti, per posta, tramite personale in servizio nel carcere e gli stessi appartenenti alla polizia penitenziaria, alcuni ritenuti dalla procura a libro paga con compenso di alcune migliaia di euro. Inoltre, è successo che soggetti provenienti da Napoli hanno provveduto a lanciare palloni contenenti smartphone e cellulari, oppure usando fionde per superare il muro di cinta. I pacchetti erano recuperati dai detenuti o dai lavoranti che hanno maggiore libertà di spostamento nel carcere. Poi gli apparecchi venivano nascosti in doppifondi, nelle pentole, negli elettrodomestici, nei sanitari dei bagni, in buchi nei muri, sotto i wc, nello sportello di frigoriferi, in doppifondi nelle cartelline portadocumenti di plastica, nei piedi dei tavoli, addirittura, riferisce la nota degli inquirenti, sulla persona, nella cavità anale.
Viene interamente perquisito, con sequestri, il reparto di Alta Sicurezza dove ci sono 111 detenuti, parte dei quali ristretti per criminalità organizzata di stampo mafioso o camorristico. Tra questi ci sono 14 indagati, tutti italiani. Perquisiti anche larghi settori del reparto di Media Sicurezza, in particolare, gli spazi comuni e 16 detenuti ristretti, di cui 13 nella veste di indagati.
A parte i 27 detenuti indagati, per gli altri 100 reclusi perquisiti c'è l'ipotesi che abbiano beneficiato della disponibilità illegale di telefoni e droga.
Inoltre tre appartenenti alla polizia penitenziaria, tra i 29 e i 32 anni, sono indiziati del reato di corruzione. Altre 10 perquisizioni, a nove indagati e un soggetto terzo, sono state fatte nelle province di Prato (due), Napoli (due), Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia. Le schede telefoniche erano attivate con intestatari fittizi in negozi di telefonia di Roma e di Napoli. L'indagine è iniziata nel luglio 2024 ed ha portato finora al sequestro di 34 telefoni cellulari e due sim card.
Altri cinque telefonini illegalmente in possesso di detenuti sono stati scoperti e sequestrati nelle perquisizioni e nelle ispezioni odierne disposte dalla procura nel carcere di Prato. Grazie a apparati elettronici e unità cinofile, la polizia li ha scoperti nel reparto di Alta Sicurezza. Tre erano nella camera 25 in un televisore (uno smartphone, un mini smartphone e un micro L8star) più un router per collegarsi a Internet dal box dove i detenuti sono autorizzati a effettuare telefonate. Un altro telefono smartphone è stato lanciato dalla finestra dentro un calzino ed è atterrato in un’intercapedine. Sono state, inoltre, individuate cavità ricavate nelle pareti di alcune celle, scavate: poi i fori venivano via via richiusi con calce. Inoltre, nella sesta sezione del Reparto di Media Sicurezza, è stato trovato hashish in una cella e in un frigorifero nella diretta disponibilità di più detenuti.
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