"In questa tragedia" del crollo nel cantiere di Firenze il 16 febbraio "si intrecciano i temi della sicurezza nel lavoro e della convivenza sociale. Luigi e i suoi compagni sono stati insieme vittime di un sistema sociale che, a riguardo dell'accoglienza e del lavoro, esige un ripensamento strutturale per superare scelte sbagliate e distruttive. Tutta la città rifletta sul fatto che le ingiustizie creano danni e morte, e il male non fa differenza fra gli uomini. Questa presa di coscienza ispiri un nuovo orientamento del pensiero, delle decisioni, delle azioni". Così l'Arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori nella I Domenica di Quaresima, aprendo in Cattedrale la sua omelia con una riflessione sulla tragedia di via Mariti prima di dedicarsi al commento delle letture del Vangelo.
"Firenze - ha esortato Betori - ricordi per sempre il sacrificio di Mohamed, Taoufik, Mohamed e di Bouzekri (ancora disperso e che si teme di non trovare vivo), venuti da lontano per lavorare insieme a Luigi, che con loro ha perso la vita, e con gli altri feriti, anch'essi provenienti da altre nazioni, per dare forma nuova a uno spazio cittadino da tempo abbandonato essi sono persone migliori di chi li definisce 'stranieri', attribuendo loro più doveri che diritti.Quando si guardano e si giudicano con distacco, pensiamo che per Luigi sono stati semplicemente colleghi. La prossimità genera umanità".
Nella "prima domenica di Quaresima - ha esordito Betori - è doveroso indirizzare la nostra mente e il nostro cuore ai morti e ai feriti del tragico crollo e ribadire la nostra vicinanza alle famiglie e ai loro cari, così pure all'intera nostra città, anch'essa vittima di questo evento luttuoso. Lo facciamo con la preghiera, ma anche richiamando tutti al fatto che la dignità del lavoro, componente essenziale della dignità umana, ha come primo presidio la sua sicurezza. Il ripetersi di questi drammatici sinistri è evidente segnale che c'è ancora molto da fare in ambito legislativo, in quello imprenditoriale e delle organizzazioni dei lavoratori, in quello di chi ha responsabilità diretta dei luoghi di lavoro e della loro sicurezza".
"Siamo gli uni gli altri custodi dei nostri fratelli - ha ancora sottolineato il cardinale Betori -. Nessuno può sottrarsi e dire che non lo riguarda. Possa questo richiamo produrre decisioni adeguate da parte di chi è coinvolto nel garantire la sicurezza dei lavoratori, mentre come comunità cittadina siamo chiamati a non abbandonare le famiglie provate da questa sciagura e a nutrire gratitudine per i soccorritori. Sono sentimenti che condividiamo con il Santo Padre e per le sue parole gli siamo profondamente riconoscenti".
"Firenze - ha esortato Betori - ricordi per sempre il sacrificio di Mohamed, Taoufik, Mohamed e di Bouzekri (ancora disperso e che si teme di non trovare vivo), venuti da lontano per lavorare insieme a Luigi, che con loro ha perso la vita, e con gli altri feriti, anch'essi provenienti da altre nazioni, per dare forma nuova a uno spazio cittadino da tempo abbandonato essi sono persone migliori di chi li definisce 'stranieri', attribuendo loro più doveri che diritti.Quando si guardano e si giudicano con distacco, pensiamo che per Luigi sono stati semplicemente colleghi. La prossimità genera umanità".
Nella "prima domenica di Quaresima - ha esordito Betori - è doveroso indirizzare la nostra mente e il nostro cuore ai morti e ai feriti del tragico crollo e ribadire la nostra vicinanza alle famiglie e ai loro cari, così pure all'intera nostra città, anch'essa vittima di questo evento luttuoso. Lo facciamo con la preghiera, ma anche richiamando tutti al fatto che la dignità del lavoro, componente essenziale della dignità umana, ha come primo presidio la sua sicurezza. Il ripetersi di questi drammatici sinistri è evidente segnale che c'è ancora molto da fare in ambito legislativo, in quello imprenditoriale e delle organizzazioni dei lavoratori, in quello di chi ha responsabilità diretta dei luoghi di lavoro e della loro sicurezza".
"Siamo gli uni gli altri custodi dei nostri fratelli - ha ancora sottolineato il cardinale Betori -. Nessuno può sottrarsi e dire che non lo riguarda. Possa questo richiamo produrre decisioni adeguate da parte di chi è coinvolto nel garantire la sicurezza dei lavoratori, mentre come comunità cittadina siamo chiamati a non abbandonare le famiglie provate da questa sciagura e a nutrire gratitudine per i soccorritori. Sono sentimenti che condividiamo con il Santo Padre e per le sue parole gli siamo profondamente riconoscenti".
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