Centinaia di persone hanno preso parte al flash mob di questa mattina contro la violenza di genere

Centinaia di persone hanno partecipato stamani in piazza della Signoria a Firenze al flash mob 'Voci contro la violenza' organizzato da Qn x le Donne assieme al Comune di Firenze.

Presenti anche numerosi studenti con un grande striscione rosso contro la violenza sulle donne.

Tra i partecipanti lo scrittore Stefano Massini, la direttrice dei quotidiani editi dal gruppo Monrif (La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, Qn) Agnese Pini, il presidente della Regione Eugenio Giani, la sindaca di Firenze Sara Funaro, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e del Consiglio comunale Cosimo Guccione.

Hanno partecipato, tra gli altri, anche la console degli Stati Uniti Daniela Ballard, la capo di gabinetto della Regione Toscana Cristina Manetti, la vice presidente di Artemisia Petra Filistrucchi, la regista Cinzia Th Torrini, la scrittrice afghana Saliha Sultan Mohamad e l'attore Francesco Montanari.

    
"Questa piazza - ha spiegato Funaro - è nata simbolicamente insieme a Qn l'anno scorso per il fatto drammatico di Giulia Cecchettin: oggi siamo di nuovo qui in piazza, abbiamo la città mobilitata contro la violenza sulle donne, nelle scuole, nelle piazze. Noi pensiamo che da queste giornate debba partire una riflessione che portiamo avanti tutti i giorni dell'anno".

"Oggi è il giorno in cui al centro dei nostri pensieri, della nostra azione c'è quello di creare una cultura perché non si parli più di violenza di genere, perché non si parli più di femminicidio", ha affermato Giani.

    
Saliha Sultan Mohamad ha ricordato che le donne in Afghanistan "vivono n un sistema oppressivo, dove non hanno diritto di uscire, di parlare, di lavorare, non hanno nemmeno un volto. Io sono fortunata, io sono privilegiata, io sono scappata. Ma mi chiedo perché in un Paese così emancipato, come è possibile che vengono uccise ancora le donne? Il cambiamento siamo noi e insieme possiamo costruire un futuro migliore dove le donne non debbano più lottare per la loro dignità, per la loro libertà, anche la libertà religiosa".
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