La vicenda ricostruita dal titolare del ristorante, Maurizio Matta.
La Ciri bé ha inizio a luglio 2008. Abbiamo preso in affitto un locale del circolo casa della Cultura e fatto immediatamente una richiesta per la licenza commerciale, la richiesta é stata presentata da un loro professionista e pagata da me. Cominciano subito gli allestimenti e gli acquisti di tutto il materiale necessario. Nel 2014 arriva un comunicato del Comune di Firenze che ci informa che in quell'area non era più possibile avere licenza commerciale per motivi X.
Dopo varie trattative con i legali di entrambi, arrivati a capire che il problema era legato al Circolo, arriva l'accordo su una riduzione della quota di affitto fino al momento di possibilità di licenza commerciale.
Il verbale d'assemblea parla chiaro con voto unanime del consiglio.
Arriviamo al gennaio 2017, il vice presidente e la presidente mi chiedono 500 euro al mese in più per aiutare il Circolo in difficoltà promettendo contratto nuovo chiesto decine di volte dalla Ciri bè. Accetto dando anche mille euro subito per bisogno loro.
Il contratto peró non arriva mai, nonostante le tantissime richieste con mail e messaggi. Arriviamo a marzo 2020, piena pandemia, la ciri bé chiama la Presidente per informarla che, essendo chiuso il ristorante e non avendo loro rispettato l'accordo sul nuovo contratto, non poteva più aiutare il Circolo.
La pandemia continua e la Ciri bè, nonostante la chiusura parziale e totale, per quasi due anni continua a far fronte all'affitto con uno sconto dal 20% al 30% sempre in accordo con la Presidente per mail, per poi ricominciare a pagare la normale quota d'affitto.
Nel frattempo il Circolo mi propone di comprare il locale che dagli accertamenti dai miei professionisti risulta invendibile per motivi urbanistici. Mi vengono avanzate richieste di anticipi, da me rifiutati per ovvi motivi. Il bello arriva dopo poco: una lettera del loro avvocato che mi chiede più di 80 mila euro per morosità, ci portano in tribunale per conciliazione, logicamente eravamo sconcertati e offesi da tale richiesta e non capivamo il motivo avendo pagato sempre con bonifici tutte le fatture di tutti i mesi d'affitto dal 2008, compreso tutte le spese ordinarie e straordinarie.
Ad un certo punto dopo aver speso circa 5000 euro di tribunale viene fuori il presunto motivo: lo "smarrimento" del verbale di assemblea del 2014 dalla stessa Presidente firmato, pensando che la Ciri Bè non fosse un possesso di una copia. Ho chiesto varie riunioni con tutto il Consiglio, invitando anche parti politiche per mettere tutti a conoscenza dell'enorme scorrettezza ma si sono sempre rifiutati. La Presidente non si è mai presentata agli incontri con gli avvocati.Sono stati chiamati anche davanti al Giurì d'Onore ma niente.
Voglio fare chiarezza e rendere pubblico tutto perché da un Consiglio di Circolo non possiamo accettare tutto questo.
La Ciri bé ha inizio a luglio 2008. Abbiamo preso in affitto un locale del circolo casa della Cultura e fatto immediatamente una richiesta per la licenza commerciale, la richiesta é stata presentata da un loro professionista e pagata da me. Cominciano subito gli allestimenti e gli acquisti di tutto il materiale necessario. Nel 2014 arriva un comunicato del Comune di Firenze che ci informa che in quell'area non era più possibile avere licenza commerciale per motivi X.
Dopo varie trattative con i legali di entrambi, arrivati a capire che il problema era legato al Circolo, arriva l'accordo su una riduzione della quota di affitto fino al momento di possibilità di licenza commerciale.
Il verbale d'assemblea parla chiaro con voto unanime del consiglio.
Arriviamo al gennaio 2017, il vice presidente e la presidente mi chiedono 500 euro al mese in più per aiutare il Circolo in difficoltà promettendo contratto nuovo chiesto decine di volte dalla Ciri bè. Accetto dando anche mille euro subito per bisogno loro.
Il contratto peró non arriva mai, nonostante le tantissime richieste con mail e messaggi. Arriviamo a marzo 2020, piena pandemia, la ciri bé chiama la Presidente per informarla che, essendo chiuso il ristorante e non avendo loro rispettato l'accordo sul nuovo contratto, non poteva più aiutare il Circolo.
La pandemia continua e la Ciri bè, nonostante la chiusura parziale e totale, per quasi due anni continua a far fronte all'affitto con uno sconto dal 20% al 30% sempre in accordo con la Presidente per mail, per poi ricominciare a pagare la normale quota d'affitto.
Nel frattempo il Circolo mi propone di comprare il locale che dagli accertamenti dai miei professionisti risulta invendibile per motivi urbanistici. Mi vengono avanzate richieste di anticipi, da me rifiutati per ovvi motivi. Il bello arriva dopo poco: una lettera del loro avvocato che mi chiede più di 80 mila euro per morosità, ci portano in tribunale per conciliazione, logicamente eravamo sconcertati e offesi da tale richiesta e non capivamo il motivo avendo pagato sempre con bonifici tutte le fatture di tutti i mesi d'affitto dal 2008, compreso tutte le spese ordinarie e straordinarie.
Ad un certo punto dopo aver speso circa 5000 euro di tribunale viene fuori il presunto motivo: lo "smarrimento" del verbale di assemblea del 2014 dalla stessa Presidente firmato, pensando che la Ciri Bè non fosse un possesso di una copia. Ho chiesto varie riunioni con tutto il Consiglio, invitando anche parti politiche per mettere tutti a conoscenza dell'enorme scorrettezza ma si sono sempre rifiutati. La Presidente non si è mai presentata agli incontri con gli avvocati.Sono stati chiamati anche davanti al Giurì d'Onore ma niente.
Voglio fare chiarezza e rendere pubblico tutto perché da un Consiglio di Circolo non possiamo accettare tutto questo.
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