"E' fondamentale fare un passo in avanti da parte dei capi-filiera, aiutando tutte le Pmi a crescere, mettendo in atto tutti gli strumenti adatti, ma anche gli imprenditori titolari di Pmi devono cercare di capire che abbiamo bisogno di un passaggio, quello da meri fornitori a partner strategici". Lo ha affermato Mirko Bragagnolo, vicepresidente per le Filiere della Piccola Impresa di Confindustria, all'evento 'Filiere e Pmi, sinergie per un ecosistema strategico' oggi a Firenze.
"Oltre il 40% delle microimprese attive in Italia - ha proseguito - si parla di 432mila unità, dichiara di avere più legami, con relazioni produttive, di tipo contrattuale o anche informale, con altre imprese o istituzioni: però la propensione ad attivare queste relazioni produttive cresce con le dimensioni delle imprese. Lo dichiara il 40% delle microimprese, il 58,1% delle piccole, e poi si sale al 70,1% delle medie e ai 77% delle grandi imprese".
Bragagnolo ha osservato che "il ricorso a questi accordi è dovuto a varie motivazioni: quella più che ora vediamo in tutti i settori è ovviamente quella dell'accesso a nuovi mercati o segmenti di mercato, mentre è ancora abbastanza scarso l'utilizzo per strategie di internazionalizzazione. Rispetto alla fine dello scorso decennio si è abbassata di poco la strategia del contenimento dei costi di produzione, mentre salgono le percentuali di aziende che vedono in queste relazioni l'inizio di innovazioni tecnologiche, di accesso ed espansione in nuovi mercati".
"Oltre il 40% delle microimprese attive in Italia - ha proseguito - si parla di 432mila unità, dichiara di avere più legami, con relazioni produttive, di tipo contrattuale o anche informale, con altre imprese o istituzioni: però la propensione ad attivare queste relazioni produttive cresce con le dimensioni delle imprese. Lo dichiara il 40% delle microimprese, il 58,1% delle piccole, e poi si sale al 70,1% delle medie e ai 77% delle grandi imprese".
Bragagnolo ha osservato che "il ricorso a questi accordi è dovuto a varie motivazioni: quella più che ora vediamo in tutti i settori è ovviamente quella dell'accesso a nuovi mercati o segmenti di mercato, mentre è ancora abbastanza scarso l'utilizzo per strategie di internazionalizzazione. Rispetto alla fine dello scorso decennio si è abbassata di poco la strategia del contenimento dei costi di produzione, mentre salgono le percentuali di aziende che vedono in queste relazioni l'inizio di innovazioni tecnologiche, di accesso ed espansione in nuovi mercati".
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