Considerato trait d'union con soggetti legati alla 'ndrangheta

Confiscati dalla guardia di finanza beni per circa 300.000 euro tra Italia e Spagna ad un imprenditore di Vinci (Firenze), originario della provincia di Reggio-Calabria, operante nel settore della lavorazione delle pelli e del cuoio, considerato "socialmente pericoloso" e trait d'union tra imprenditori operanti in Toscana e soggetti calabresi indicati come legati alla 'ndrangheta.
    
I militari hanno eseguito una sentenza della Corte d'Appello di
Firenze confermata dalla Corte di Cassazione. Nel processo, tuttora in corso, sono contestati i reati di associazione per delinquere, tentata estorsione, usura, riciclaggio, abusiva attività finanziaria, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare la 'ndrangheta. Le indagini, si spiega dalla guardia di finanza, hanno consentito di dimostrare, prescindendo dalla responsabilità penale che dovrà essere accertata nel processo, la pericolosità sociale dell'imprenditore e la sproporzione, non giustificata, tra i redditi dichiarati e il suo patrimonio, schermato anche attraverso meccanismi di intestazione fittizia.

La ricostruzione operata dai finanzieri ha consentito di arrivare prima al sequestro e ora alla confisca definitiva di conti correnti e di un appartamento a Tenerife, grazie anche alla cooperazione internazionale tra l'autorità giudiziaria italiana e spagnola. Il tribunale di Santa Cruz de Tenerife ha infatti accolto l'istanza di esecuzione della confisca del bene presentata dalla procura generale di
Firenze. I beni saranno ora gestiti dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata

I beni, in esecuzione della sentenza della Corte di Cassazione, sono stati confiscati a Cosma Damiano Stellitano, 60 anni, imprenditore originario della provincia di Reggio Calabria residente a Vinci (Firenze), operante nel settore delle pelli e del cuoio.
    
Dalle indagini è emerso che tra il 2008 e il 2017 i redditi dichiarati dall'uomo si attestano formalmente sui 15.000euro, e la sproporzione calcolata nello stesso periodo è di circa 525.000 euro. L'appartamento a Tenerife e i conti correnti riconducibili all'imprenditore Cosma Damiano Stellitano saranno ora gestiti dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
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