Al via in Consiglio Regionale della Toscana della discussione sul piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati - piano dell'economia circolare (Prec), il principale strumento di indirizzo, programmazione e attuazione delle misure per assicurare la gestione del ciclo dei rifiuti. Si preannuncia un'ampia discussione in aula che potrebbe protrarsi fino a domani.
I principali obiettivi strategici del piano, è stato spiegato, sono la riduzione dei rifiuti urbani del 5% (rispetto al 2019); miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate (rd), favorendo maggior riciclo e recupero, per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75% di rd al 2028 e nel lungo periodo dell'82% di rd al 2035. Autosufficienza e sostenibilità del sistema saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica, che si concretizzerà indicativamente dall'anno 2028, quindi, nei prossimi anni si dovrà fare ricorso agli impianti esistenti.
Prevista anche l'implementazione di nuove filiere di trattamento volte al recupero di materia; a tal proposito il Prec fa proprie le proposte scaturite dalla procedura di manifestazione di interesse (41 proposte, di cui 39 risultate coerenti) per assicurare la chiusura del ciclo gestionale per i rifiuti urbani.
Lucia de Robertis (Pd), presidente della commissione ambiente ha spiegato che si tratta di "un piano di scelte che fissa obiettivi chiari e ambiziosi: ridurre la produzione di rifiuti del 5% entro il 2028, portare la raccolta differenziata al 75% nel medio termine e all'82% entro il 2035, promuovere il riuso e il recupero, e minimizzare l'uso delle discariche.
Inoltre, incentiva lo sviluppo di nuove tecnologie e impianti per il recupero dei materiali, rafforzando la capacità del territorio di trasformare i rifiuti in risorse. A chi sostiene che è non ci siamo occupati della localizzazione - ha detto De Robertis - dico che questo piano rispetta i territori e soprattutto la legge, infatti come indica una sentenza del Consiglio di Stato non è di competenza dei consigli regionali la localizzazione degli impianti".
I principali obiettivi strategici del piano, è stato spiegato, sono la riduzione dei rifiuti urbani del 5% (rispetto al 2019); miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate (rd), favorendo maggior riciclo e recupero, per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75% di rd al 2028 e nel lungo periodo dell'82% di rd al 2035. Autosufficienza e sostenibilità del sistema saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica, che si concretizzerà indicativamente dall'anno 2028, quindi, nei prossimi anni si dovrà fare ricorso agli impianti esistenti.
Prevista anche l'implementazione di nuove filiere di trattamento volte al recupero di materia; a tal proposito il Prec fa proprie le proposte scaturite dalla procedura di manifestazione di interesse (41 proposte, di cui 39 risultate coerenti) per assicurare la chiusura del ciclo gestionale per i rifiuti urbani.
Lucia de Robertis (Pd), presidente della commissione ambiente ha spiegato che si tratta di "un piano di scelte che fissa obiettivi chiari e ambiziosi: ridurre la produzione di rifiuti del 5% entro il 2028, portare la raccolta differenziata al 75% nel medio termine e all'82% entro il 2035, promuovere il riuso e il recupero, e minimizzare l'uso delle discariche.
Inoltre, incentiva lo sviluppo di nuove tecnologie e impianti per il recupero dei materiali, rafforzando la capacità del territorio di trasformare i rifiuti in risorse. A chi sostiene che è non ci siamo occupati della localizzazione - ha detto De Robertis - dico che questo piano rispetta i territori e soprattutto la legge, infatti come indica una sentenza del Consiglio di Stato non è di competenza dei consigli regionali la localizzazione degli impianti".
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