I familiari protestano contro l'assenza di nomi nel registro degli indagati, i legali: “L'indagine è ancora a carico di ignoti”

"Ad oggi noi ancora stiamo aspettando, abbiamo preso gli avvocati ma stiamo aspettando di capire cosa è successo perché non abbiamo ancora risposte, non sappiamo chi è il colpevole e stiamo ancora aspettando giustizia perché è stato un dolore per tutta la famiglia, ma siamo ancora al punto di partenza". Lo ha detto Rym Toukabri, figlia di Mohamed Toukabri, tunisino 54enne tra le vittime del cantiere di via Mariti a Firenze dove era in costruzione un nuovo supermercato Esselunga.
     
La figlia, insieme allo zio, fratello della vittima, ne ha parlato mentre stamani ha partecipato alla cerimonia di consegna dei fondi raccolti per i familiari delle vittime con iniziativa della Misericordia di
Firenze. "Non ho molto da dire, so quello che sapete voi - ha aggiunto - Sappiamo che si stanno facendo le indagini però ad oggi non abbiamo neanche una risposta, non sappiamo a chi attribuire la colpa".
     
La ragazza ha poi ringraziato la Misericordia di
Firenze, "questo ente benefico perché è un modo per starci vicino, però speriamo che presto trovino i responsabili di questa cosa. Ringrazio tutte le persone che ci sono state accanto e che si interessano per questa faccenda perché so che quello che è successo a mio padre potrebbe succedere anche ad altre persone e sono cose che non dovrebbero accadere di più".

"Sono passati quasi nove mesi e ancora non c'è nessun iscritto nel registro degli indagati, probabilmente per paura dei nomi, mi chiedo questa cosa. Io credo che sia il momento di scriverli quei nomi, che le perizie vengano consegnate se non è ancora stato fatto. Direi basta ora, direi che ci dovrebbero fare un regalo di Natale con quei nomi"
ha detto Simona Mattolini, vedova di Luigi Coclite, una delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti a Firenze. 

"Luigi -
ha aggiunto - era l'unico qualificato e non doveva essere lì, era un fornitore, non faceva parte di tutte quelle ditte che erano in subappalto".
"Non faceva parte di una ditta in subappalto in quanto fornitore, dunque era l'unico qualificato dei cinque morti -
spiega - Probabilmente se ci fossero stati più controlli da parte dei sindacati, dell'Asl, semplicemente non saremmo qui. Bisognerebbe che chi di dovere iniziasse a fare il proprio dovere".

"Siamo ancora qui perché dopo quasi un anno dall'evento drammatico non abbiamo avuto nessuna informazione neanche di iscrizione di un nome nel registro degli indagati. Ho chiesto informazioni circa il deposito di una consulenza perché è stata nominata un equipe di esperti però finora non abbiamo informazioni sul deposito. Presuppongo sia stata depositata perché i termini sono scaduti ed è stata chiesta anche una proroga degli esperti comprensibilissima vista la complessità della vicenda, però tuttavia siamo in attesa di avere qualcosa, per dare qualche risposta a questi parenti della vittime che giustamente ci chiedono continuamente informazioni che noi non riusciamo a dare" ha detto Paola Santantonio, legale della famiglia di Luigi Coclide, una delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti.
    
"Al momento - aggiunge l'avvocato a margine della cerimonia per la raccolta fondi a favore dei familiari della vittime - il fascicolo è coperto dal segreto istruttorio e non possiamo avere informazioni", sappiamo solo che "lo stato del procedimento è a 'modello 44' ovvero è ancora a carico di ignoti. E' un po' sconfortante".
     
Presente anche Alessandro Taddia, presidente di Taddia Group, associazione che si occupa di risarcimento danni da infortuni sul lavoro, con i legali del gruppo che rappresentano altre tre vittime: Taoufik Haidar, Mohamed El Ferhane e Bouzekri Rahimi. "La situazione delle indagini - spiega Taddia - fa sì che ancora il pubblico ministero non dia l'accesso agli atti perché sta ancora compiendo tutte le procedure che deve ovviamente compiere per cercare quale sia stato l'errore".
     
"Il committente sicuramente è stato una parte in causa però bisogna capire quale sia stata l'impresa e chi e cosa hanno commesso, quindi un errore sicuramente c'è stato da parte di chi tentava di costruire questo immobile". Parlando delle tempistiche, Taddia ha spiegato che "purtroppo saranno lunghe perché ci sono troppe persone coinvolte, quindi più imprese coinvolte fra appalti e subappalti, quindi sicuramente è una situazione un po' più lunga del solito". 
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