"E' passato un anno, quando succedono queste tragedie sono ferite che rimangono aperte nella nostra città, per questo oggi abbiamo voluto un atto di vicinanza alle famiglie delle vittime mettendo una targa con i nominativi in ricordo dei lavoratori che non ci sono più, e dando un segnale che Firenze c'è: c'è per le famiglie, c'è per fare in modo che tutti i lavoratori siano tutelati. E su questo noi terremo sempre altissima l'attenzione, dai temi della sicurezza sui luoghi di lavoro, della dignità dei lavoratori, e con l'auspicio che ci sia sempre l'attenzione da parte di tutti". Così la sindaca di Firenze Sara Funaro a margine della cerimonia in ricordo dei cinque morti nel crollo del cantiere di via Mariti, ad un anno esatto dalla tragedia.
"In questo momento ci sono le indagini in corso, noi ne aspettiamo, come è giusto che sia, la conclusione - ha aggiunto -. Il mio auspicio, la mia speranza, sarebbe quella di avere un luogo dedicato alla cittadinanza, un luogo verde, di socialità, perché penso che questo sarebbe la scelta più giusta. Poi ci confronteremo su quale direzione sia più giusto andare, e se questo può essere fattibile".
Per Funaro, "Firenze chiede giustizia, sappiamo che c'è un attenzione totale e che le indagini faranno il loro corso e siamo fiduciosi che si possa arrivare a dei risultati nel più breve tempo possibile. Io so che stanno lavorando in maniera molto attenta per portare quelle che sono le risposte che ci devono essere in questi casi. Vale per questa situazione come in tutte le altre situazioni di delicatezza, e le situazioni difficili e dure che abbiamo sul nostro territorio, vale per il caso delle Rsa. Noi stiamo seguendo con apprensione quello che è avvenuto anche nelle Rsa in questi giorni e siamo vicini alle famiglie e speriamo che anche in quel caso venga fatta luce nel più breve tempo possibile".
“Il tempo non ha cancellato la memoria di quanto tristemente e ingiustamente accaduto e il nostro cuore è sempre addolorato per queste persone che non ci sono più, per i loro familiari e per i loro cari. Li ricordiamo tutti oggi nella nostra preghiera e chiediamo aiuto al Signore per alzare gli occhi dopo questa tragedia e aprirci ad un orizzonte di speranza. La speranza risiede poi nella nostra umanità, nel voler costruire un mondo più giusto dove il lavoro, elemento importante per la dignità della persona, per il sostentamento della famiglia, ma anche per una piena cittadinanza e inclusione sociale, sia assicurato e sicuro. Invece purtroppo si continua a morire lavorando ed è inaccettabile perché la vita è un bene assoluto". Così l'arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli in un messaggio letto questa mattina nell'ambito delle commemorazioni delle vittime del crollo nel cantiere di via Mariti, avvenuto un anno fa.
"Le vittime che ogni volta piangiamo sono un peso insopportabile per la coscienza di tutti - aggiunge Gambelli -, mentre la sicurezza deve rappresentare un dovere a cui corrisponde un diritto inalienabile della persona. Si deve perciò operare ancora di più per diffondere una giusta cultura della sicurezza tramite lo sforzo di tutti: istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori".
Per Gambelli "insieme alla preghiera, oggi il modo migliore per ricordare Mohammed, Luigi, Taoufik, Mohamed e Bouzekri, e tutte le vittime degli incidenti sul lavoro, è quello di un maggiore impegno e un'assunzione di responsabilità collettiva perché a ogni livello, nella legislazione, nell'organizzazione del lavoro, nell'accuratezza dei controlli sia garantita la sicurezza, e la vita delle persone sia sempre rispettata sopra ogni altro interesse".
"In questo momento ci sono le indagini in corso, noi ne aspettiamo, come è giusto che sia, la conclusione - ha aggiunto -. Il mio auspicio, la mia speranza, sarebbe quella di avere un luogo dedicato alla cittadinanza, un luogo verde, di socialità, perché penso che questo sarebbe la scelta più giusta. Poi ci confronteremo su quale direzione sia più giusto andare, e se questo può essere fattibile".
Per Funaro, "Firenze chiede giustizia, sappiamo che c'è un attenzione totale e che le indagini faranno il loro corso e siamo fiduciosi che si possa arrivare a dei risultati nel più breve tempo possibile. Io so che stanno lavorando in maniera molto attenta per portare quelle che sono le risposte che ci devono essere in questi casi. Vale per questa situazione come in tutte le altre situazioni di delicatezza, e le situazioni difficili e dure che abbiamo sul nostro territorio, vale per il caso delle Rsa. Noi stiamo seguendo con apprensione quello che è avvenuto anche nelle Rsa in questi giorni e siamo vicini alle famiglie e speriamo che anche in quel caso venga fatta luce nel più breve tempo possibile".
“Il tempo non ha cancellato la memoria di quanto tristemente e ingiustamente accaduto e il nostro cuore è sempre addolorato per queste persone che non ci sono più, per i loro familiari e per i loro cari. Li ricordiamo tutti oggi nella nostra preghiera e chiediamo aiuto al Signore per alzare gli occhi dopo questa tragedia e aprirci ad un orizzonte di speranza. La speranza risiede poi nella nostra umanità, nel voler costruire un mondo più giusto dove il lavoro, elemento importante per la dignità della persona, per il sostentamento della famiglia, ma anche per una piena cittadinanza e inclusione sociale, sia assicurato e sicuro. Invece purtroppo si continua a morire lavorando ed è inaccettabile perché la vita è un bene assoluto". Così l'arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli in un messaggio letto questa mattina nell'ambito delle commemorazioni delle vittime del crollo nel cantiere di via Mariti, avvenuto un anno fa.
"Le vittime che ogni volta piangiamo sono un peso insopportabile per la coscienza di tutti - aggiunge Gambelli -, mentre la sicurezza deve rappresentare un dovere a cui corrisponde un diritto inalienabile della persona. Si deve perciò operare ancora di più per diffondere una giusta cultura della sicurezza tramite lo sforzo di tutti: istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori".
Per Gambelli "insieme alla preghiera, oggi il modo migliore per ricordare Mohammed, Luigi, Taoufik, Mohamed e Bouzekri, e tutte le vittime degli incidenti sul lavoro, è quello di un maggiore impegno e un'assunzione di responsabilità collettiva perché a ogni livello, nella legislazione, nell'organizzazione del lavoro, nell'accuratezza dei controlli sia garantita la sicurezza, e la vita delle persone sia sempre rispettata sopra ogni altro interesse".
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