Negli utlimi mesi molte personalità del mondo politico e istituzionale hanno chiesto a gran voce la creazione di una sede della Dda (Direzione distrettuale antimafia) a Prato, alla luce anche dei numerosi fatti di cronaca che sono avvenuti in città culminati con l'incendio di un'auto di un imprenditore cinese, accanto alla quale venne lasciata una bara come chiaro segbale di avvertimento.

Nelle scorse settimane a stroncare l'ipotesi era stato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che aveva parlato di "parcellizzazione".

Alla luce della situazione, però, la richiesta è stata avanzata sia dal procuratore di Prato Luca Tescaroli, sia dai parlamentari Chiara La Porta e Francesco Michelotti.

In questi giorni anche la Fondazione Caponnetto si è espressa a favore della
creazione di un presidio antimafia nella città di Prato, denunciando una vera e propria guerra mafiosa fra Prato e Firenze: per venire incontro alle perplessità sollevate da Gratteri, il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, ha avanzato l'ipotesi di creare a Prato un distaccamento della Dda di Firenze, per poter meglio coordinare le indagini e creare sul territorio un presidio più vicino alla realtà mafiosa che deve contrastare.

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