Un dolore al torace, lo svenimento, la corsa al pronto soccorso di Careggi in codice rosso. Nove ore dopo, come riporta La Nazione, nonostante i dolori lancinanti e i continui episodi di vomito e diarrea, la dimissione dall’ospedale in codice verde con diagnosi di "gastroenterite acuta". Nulla di grave, insomma, un fastidioso e persistente mal di pancia, secondo i medici.
Passano 59 ore (due giorni e mezzi), nelle quali l’uomo, 50enne all’epoca dei fatti, soffre le pene dell’inferno, non riuscendo neanche ad alzarsi da letto o a mangiare. C’è un nuovo ricovero: questa volta al Santa Maria Annunziata (ospedale Torregalli), dove i medici dopo alcuni esami individuano una dissecazione dell’aorta e trasferiscono d’urgenza l’uomo in una sala operatoria di cardiochirurgia. L’operazione, delicata e complessa, è perfettamente riuscita, ma alle 13.30 dello stesso giorno l’uomo muore a causa della necrosi degli organi intestinali che non erano stati irrorati dal sangue dell’aorta.
I fatti risalgono a febbraio del 2013 e, pochi giorni fa, dopo oltre undici anni di attesa e battaglia giudiziaria, la giovane figlia e la moglie della vittima – assistite dall’avvocato Gianfranco Donatti – saranno risarcite con oltre 250mila euro ciascuno dalla Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi.
Nelle motivazioni, i giudici, snocciolando le evidenze riscontrate dai consulenti tecnici, evidenziano come sia stata tenuta da parte dei medici del pronto soccorso di Careggi una condotta "gravemente negligente e violativa delle linee guida inerenti la valutazione della sintomatologia del dolore toracico".
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