Per la posa di un tubo Don Landini, presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, ha dovuto affrontare un processo basato su un Regio Decreto del 1904

È arrivata a conclusione la vicenda processuale di Don Landini, presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, al quale, nel 2021, la Polizia Municipale di San Casciano aveva contestato la posa di un tubo per lo scarico delle acque reflue nel reticolo delle acque pubbliche e il suo effettivo utilizzo.

Come racconta questa mattina La Repubblica Firenze, dalla contestazione si è passati ad un processo penale, basato sull’accusa di aver violato un Regio Decreto del 1904, che ieri è terminato con il proscioglimento dei due imputati (oltre al religioso era stato accusato anche il titolare della ditta che aveva installato il tubo).

Infatti, se la posa del tubo è stato giudicato come non previsto dalla legge come reato, per il suo effettivo esercizio Don Landini aveva già effettuato l’oblazione di 26 centesimi, estinguendo così il reato.

Della fine del processo, durato in tutto un anno e mezzo, ha parlato con soddisfazione l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, mentre il legale di Don Landini, Gianluca Gambogi, non ha potuto evitare di chiedersi se sia il caso di mantenere in vita norme come quella contenuta nel Regio Decreto. A maggior ragione, spiega, se si considera che la gestione degli scarichi delle acque pubbliche, è ormai materia di competenza delle Regioni.
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