La Procura di Prato, diretta da Luca Tescaroli, ha disposto nuove perquisizioni nelle sedi di Eni e di Sergen, società alla quale erano affidati lavori di manutenzione dell’impianto di Calenzano.
Gli inquirenti intendono far luce proprio sui lavori di manutenzione in corso la tragica mattina di lunedì 9 dicembre, quando l’esplosione nel deposito ha ucciso cinque persone e ne ha ferite decine, provocando distruzioni per centinaia di metri attorno al luogo del disastro.
In particolare, riporta questa mattina La Repubblica Firenze, la Procura intende chiarire se quei lavori di manutenzione fossero stati organizzati rispettando gli standard di sicurezza adeguati per la situazione, in particolare, riporta il quotidiano, rispettando il cosiddetto rischio “interferenziale”.
Nel mirino delle perquisizioni disposte dalla Procura c’è il verbale del sopralluogo che i tecnici di Eni e di Sergen effettuarono presso il deposito qualche tempo prima del disastro, documento che fino ad ora non è ancora stato rinvenuto e dal quale, spiega il quotidiano, potrebbero essere accertate le responsabilità della catena di comando.
Nel frattempo, continuano le attività di indagine per stabilire cosa sia accaduto la mattina del 9 dicembre, in particolare su come sia stato possibile l’autorizzazione delle attività di manutenzione in concomitanza con le operazioni di carico e di scarico, mentre in un sopralluogo effettuato ieri sembra sia stato accertato il punto da cui il carburante è fuoriuscito.
Rimane ancora da accertare, invece, cosa abbia innescato l’esplosione, posto che, spiega il quotidiano, sembra ormai tramontata la pista che portava alle manovre del carrello.
Gli inquirenti intendono far luce proprio sui lavori di manutenzione in corso la tragica mattina di lunedì 9 dicembre, quando l’esplosione nel deposito ha ucciso cinque persone e ne ha ferite decine, provocando distruzioni per centinaia di metri attorno al luogo del disastro.
In particolare, riporta questa mattina La Repubblica Firenze, la Procura intende chiarire se quei lavori di manutenzione fossero stati organizzati rispettando gli standard di sicurezza adeguati per la situazione, in particolare, riporta il quotidiano, rispettando il cosiddetto rischio “interferenziale”.
Nel mirino delle perquisizioni disposte dalla Procura c’è il verbale del sopralluogo che i tecnici di Eni e di Sergen effettuarono presso il deposito qualche tempo prima del disastro, documento che fino ad ora non è ancora stato rinvenuto e dal quale, spiega il quotidiano, potrebbero essere accertate le responsabilità della catena di comando.
Nel frattempo, continuano le attività di indagine per stabilire cosa sia accaduto la mattina del 9 dicembre, in particolare su come sia stato possibile l’autorizzazione delle attività di manutenzione in concomitanza con le operazioni di carico e di scarico, mentre in un sopralluogo effettuato ieri sembra sia stato accertato il punto da cui il carburante è fuoriuscito.
Rimane ancora da accertare, invece, cosa abbia innescato l’esplosione, posto che, spiega il quotidiano, sembra ormai tramontata la pista che portava alle manovre del carrello.
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