Un confronto per ripartire. Se Raffaele Palladino ha scelto la via del “mea culpa”, prendendosi pubblicamente le responsabilità della terza sconfitta di fila in campionato, la dirigenza della Fiorentina ha invece preferito il silenzio. Nessuna dichiarazione da parte del presidente Rocco Commisso, né dal direttore generale Alessandro Ferrari né tantomeno dal direttore sportivo Daniele Pradè che in precedenza, invece, non aveva fatto mancare il suo disappunto per alcuni risultati che non sono arrivati oppure per un gioco che latita ormai da tempo. Il mercato di gennaio ha rinforzato la rosa, questo il messaggio fatto recapitare al tecnico: adesso la svolta dovrà ricercarla Palladino e la sfida di venerdì sera al Franchi, contro il Lecce, diventa decisiva anche per il suo futuro.
Nessuno vuol sentire parlare di esonero ma è chiaro che un altro passo falso contro i salentini chiamerebbe a una profonda e forse definitiva riflessione. Anche perché la Fiorentina è alle soglie del momento chiave della sua stagione. La Conference League col doppio impegno contro il Panathīnaïkos che mette in palio i quarti, la serie di scontri diretti d’alta classifica dai quali dover ricavare il massimo e un finale di campionato che vede tutte le pretendenti in corsa per un piazzamento europeo. Tutte, compresa la Roma che è rientrata nel gruppone e che pare essere la formazione più in forma attualmente.
Un bel dilemma per la società viola, che a inizio stagione sperava nel salto di qualità. L’asticella delle ambizioni da alzare, un nuovo ciclo tecnico, una rosa strutturata tra scommesse (alcune vinte, come Moise Kean) e colpi a effetto (azzoppato quello di Gudmundsson, quasi mai a disposizione a pieno regime). Alcuni talenti che non trovavano spazio altrove e che nella prima parte del campionato avevano espresso tutte le loro potenzialità salvo poi evaporare troppo in fretta. Un senso di smarrimento aleggia al Viola Park, dove il tecnico si è confrontato con la dirigenza prima di riprendere la guida degli allenamenti. Kean non sarà disponibile per venerdì, visto il trauma cranico che ha spaventato i viola. Palladino dovrà inventarsi qualcosa di nuovo, dal momento che non ha in rosa il vice Kean. Ma soprattutto dovrà donare alla sua squadra una logica, un gioco, un canovaccio da seguire per ritrovare la via smarrita e riprendere la corsa che non ammette altri svarioni. Non sarà facile e la Conference, sullo sfondo, rimane la corsia preferenziale per arrivare dritti all’Europa League. Ma anche in quel caso il cammino sarà tutt’altro agevole se non verrà ritrovata identità e chiarezza di idee.
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